La Brexit potrebbe non avvenire in maniera così traumatica come la si era pensata ed infatti soft Brexit è l'espressione utilizzata dal Times, in merito a questa possibilità. Il partito conservatore di Theresa May, esattamente un anno fa, era impegnato in una intensa campagna a favore della Brexit, inquadrandola come l'unica possibilità per dissociarsi da un sistema farraginoso. "No deal is better than a bad deal". I risultati delle elezioni nel Regno Unito hanno però mischiato le carte, mostrando che una grossa fetta di popolazione non è schierata completamente a fianco della premier.

Potrebbe rendersi necessario un leggero investimento di rotta ed la composizione del nuovo governo non esclude questa eventualità.

Il nuovo governo

"La Gran Bretagna ha bisogno di certezze" sono state le parole pronunciate da Theresa May poco dopo aver ottenuto l'autorizzazione della Regina per formare il nuovo governo. La nuova formazione di governo vede rappresentati al suo interno diversi schieramenti ideologici, pur essendo ancora fortemente orientata in direzione euroscettica. Il ritorno di Robert Gove, uno dei maggiori sostenitori della Brexit, e la promozione di Andrea Leadsom a leader del partito conservatore alla Camera dei Comuni, confermano le iniziali aspirazioni del governo. Altre investiture sono però altrettanto importanti, come quelle di elementi più tiepidi nei confronti della Brexit della prima ora.

Il nome principale è quello di Damian Green, ora vice Premier, che potrebbe dirigere la macchina governativa verso una Brexit meno spigolosa, soft per l'appunto.

Impossibile ignorare il responso del voto

Il ministro per la Brexit, David Davis, non nasconde che il deludente risultato ottenuto alle urne dal partito conservatore inciderà sulle posizioni del nuovo governo.

Alla BBC radio ha dichiarato che "alcune parti del nuovo programma andranno riviste e altre tagliate...". Non ha comunque aggiunto nulla di più specifico, probabilmente sapendo quanto complesso sarà tale compito.

Londra pronta a discutere il versamento alle casse europee

Theresa May considera la Gran Bretagna pronta a discutere con Bruxelles l'entità della somma da destinare all'Europa.

I tempi non sarebbero invece ancora maturi per trattare su un possibile accordo commerciale, essendo la priorità concludere la prima questione. Le due contrattazioni non avverranno di conseguenza in contemporanea come inizialmente ipotizzato. I negoziati inizieranno, ma ciò non avverrà lunedì, in quanto la giornata sarà dedicata al discorso della Regina, che darà inizio all'anno parlamentare. Tempi duri per il Regno Unito, che dall'anno scorso, appare disunito ogni giorno di più.