In occasione della puntata di questo mercoledì 26 luglio di "In Onda" su La7 è intervenuto Tomaso Montanari, critico d'arte, presidente di Libertà e Giustizia e fra i promotori dell'appello per la creazione di una lista civica nazionale di sinistra. Vediamo le parti salienti di quello che ha detto.

Montanari: 'Vitalizi? Mi sarei astenuto; meglio ridurre il numero dei deputati, non si punisca chi fa politica'

All'inizio Montanari si è soffermato sul tema "caldo" dell'abolizione retroattiva dei vitalizi parlamentari affermando: "Va visto se questo provvedimento passerà al Senato e quindi diventerà davvero legge, però questa è una rincorsa all'antipolitica e il Pd si sta mettendo a inseguire il M5S facendo a gara a chi dice che la politica è più brutta e va pagata di meno.

Io vorrei capire invece cosa la politica può fare di buono per il paese. Se si vuole risparmiare ci sono tante altre cose, anche trattando il tema dei parlamentari in modo più organico: il loro numero, i viaggi, i rimborsi. E' vero che il Parlamento italiano costa molto, ma i problemi vanno studiati insieme, altrimenti la sensazione è che siano provvedimenti molto propagandistici". Aggiungendo: "Il PD già nella campagna referendaria per il Sì stava già prepotentemente cavalcando l'idea che la politica ha un costo insostenibile: quindi questo tradizionale argomento del M5S è stato fatto proprio dal PD già da un pezzo, anche se mi pare una rincorsa al ribasso". E alla domanda su come avrebbe votato se fosse stato in Parlamento, Montanari ha risposto: "Probabilmente mi sarei astenuto.

Io credo che la cosa vada studiata tutta insieme, sarebbe più opportuno ridurre il numero dei deputati, ma bisogna stare attenti al fatto che ci sia equità ma non una posizione, non credo che si debba punire chi ha dedicato parte della propria vita alla politica. Tutto questo dibattito rischia di essere autoreferenziale".

'Alla Boschi non avrei stretto neppure la mano, con quel cerchio di potere c'è diversità antropologica'

Il dibattito si è poi spostato sui rapporti a sinistra e sull'ormai famoso abbraccio fra Giuliano Pisapia e Maria Elena Boschi, argomento sul quale Montanari ha detto: "Nel momento in cui Pisapia dice di sentirsi a casa nel PD, mentre sta costruendo una forza politica con chi dal PD è uscito facendo una scissione, c'è una contraddizione evidente.

La base di MDP giustamente si domanda perché essere usciti da un partito se lì ci si sente a casa. La Boschi è il simbolo della spaccatura del Paese sul Sì e sul No al referendum, essendo la madrina delle riforme costituzionali. Simbolicamente l'abbraccio di Pisapia non archivia quella stagione ma anzi la rivendica. In più c'è il tema di Banca Etruria. Ma il punto fondamentale è: la sinistra che si costruisce è alternativa al PD, come la base largamente vuole, o invece deve stare insieme al PD? Prima o dopo le elezioni cambia poco. Insomma siamo una forza d'alternativa o la nostra casa è quella? Se Pisapia va a dire che la sua casa è il PD ciò crea sconcerto in chi pensa che la sinistra debba essere alternativa".

A una domanda su come si sarebbe comportato di fronte alla Boschi, Montanari ha detto: "Non l'avrei abbracciata e francamente avrei evitato anche di stringerle la mano, perché c'è un problema che non riguarda le posizioni politiche, ma proprio un cerchio di potere molto aggressivo che ha sfigurato la sinistra. Con loro non c'è solo un disparere politico ma direi una diversità antropologica sul come intendere la politica, cioè sulla presa del potere da parte di una cerchia di interessi. Io sono fiorentino e conosco quel mondo fin dall'inizio, non c'è nulla di personale ma un valore forte sul modo di intendere la politica".

'Serve una radicale inversione di rotta non solo rispetto a Renzi: alternativa si costruisce con pazienza'

Tornando sui rapporti a sinistra, Montanari ha detto: "La base di MDP non credo che sia convinta di voler fare una cosa insieme al PD e lo dico parlandoci tutti i giorni. La mia esperienza politica nasce con la campagna referendaria e ci siamo accorti che c'è una parte di questo paese che ha votato No, che si colloca a sinistra e non è interessata a una politica costruita sulle alleanze. L'idea è che serva una radicale inversione di rotta, non solo rispetto a Renzi, ma anche a quello che l'ha prodotto. Non è che se rottamiamo Renzi e ci riprendiamo Dario Franceschini abbiamo fatto un gran passo avanti; riguardo ad altri va riconosciuto che dopo aver appoggiato Renzi c'è poi stata una presa di coscienza e infatti hanno votato No al referendum.

Noi all'assemblea del Brancaccio non abbiamo posto alcuna preclusione, nel mio intervento ho messo in fila i punti su cui nel corso degli anni il centrosinistra ha sbagliato e ho citato anche la guerra del Kosovo cosa di cui D'Alema non è stato felice. Ma il punto è che non c'è alcuna preclusione sulle storie personali, purché sia chiaro che questa parte di popolo di sinistra vuole andare da un'altra parte. Il problema è parlare di futuro". Parlando del PD Montanari ha rincarato la dose: "C'è un'alterità rispetto alla politica del PD, esso è ormai per molti versi un partito di destra, credo che abbia fatto molte cose di destra e che alberghi in molti della sua classe dirigente una mentalità di destra.

Ma il punto è che il 50% degli italiani non si appassiona affatto a questo tipo di cronache e preferisce non votare. Una sinistra che si pone come massimo risultato politico di governare col PD magari non avendo Renzi come Capo del Governo, sostituendolo forse con Grasso o altri, la riterrei deludente: non è una cosa che motiva".

Poi Montanari ha concluso: "Come insegna la storia di Podemos o anche dei 5 Stelle in Italia, ci vuole un po' di pazienza. Le alternative si costruiscono nel tempo e non si può pensare di andare al Governo subito, mentre il peccato grave della sinistra degli ultimi 20 anni è stato di scambiare il mezzo con i fini: il fine è diventato il Governo e pur di restarci ha anche fatto una politica di destra, questo ha allontanato tutto il popolo della sinistra, In questo paese c'è una sinistra popolare molto sommersa che aspetta la costruzione dell'alternativa.

Noi crediamo ancora che sia possibile fare una lista unitaria alternativa al PD. L'equivoco di Pisapia è che doveva essere il federatore di una parte a sinistra del PD e invece ha idea di allearsi col PD, paradossalmente è il federatore che ha un'idea diversa dalla quasi totalità della base che vuole federare: è un equivoco che credo si sia chiarito".