La Sardegna piange la morte di doddore Meloni. L'indipendentista sardo ha cessato di vivere a 74 anni all'Ospedale Santissima Trinità di Cagliari, dove era stato ricoverato per l'aggravarsi delle sue condizioni di salute in seguito a uno sciopero della fame e della sete di 2 mesi in carcere e da 2 giorni era in coma.

Il leader dei movimenti 'Meris in domu nostra' (Padroni in casa nostra) e 'Par.i.s.' (Partidu indipendentista sardu) era stato condannato complessivamente a poco meno di 10 anni di carcere per alcuni reati fiscali. Arrestato il 28 aprile scorso da carabinieri mentre stava presentandosi spontaneamente presso il carcere di Massama, le sue condizioni di salute si sono via via sempre più aggravate, tanto da spingere i famigliari e lo stesso parlamentare sardo Michele Piras a chiedere la scarcerazione al Presidente della Repubblica Mattarella e alle più alte cariche dello Stato italiano.

L'appello è però caduto nel vuoto.

IL SARDUS PATER

Nato a Ittiri ma da tempo residente a Terralba, in Provincia di Oristano, Salvatore Meloni, per tutti 'Doddore', prima dell'arresto del 28 aprile scorso aveva trascorso in carcere altri 9 anni della sua vita in seguito alla condanna ricevuta per il presunto complotto separatista all'interno del Psd'Az a inizio Anni Ottanta.

Dopo aver diretto un'azienda di autotrasporti fallita nel 2007, da quando era in pensione Doddore gestiva un supermarket nel suo paese. Alto un metro e 85 centimetri, occhi azzurri come il mare che circonda la Sardegna, barba e lunghi baffi bianchi alla Shel Shapiro, dal 2008 aveva deciso di riprendere la lotta indipendentista con la clamorosa occupazione dell'Isola di Mal di Ventre, al largo della costa occidentale della Sardegna, in territorio di Cabras.

"Lo faccio per gli amici che mi hanno sempre sostenuto - spiegò allora - per rispettare una promessa che ho fatto quando sono andato in carcere".

La Repubblica Indipendente di Malu Entu

Il 25 agosto 2008, con un'azione a sorpresa, Doddore Meloni, assieme a 12 fedelissimi, sbarca nell'Isola di Mal di Ventre, prontamente ribattezzata con il suo nome originario di 'Malu Entu', e autoproclama la Repubblica Indipendente di Malu Entu, appellandosi alla Carta di San Francisco.

Inizia così l'occupazione dell'isola, ma in breve tempo arrivano un esposto del WWF e, l'11 settembre 2008, una prima retata delle forze dell'ordine. Nonostante quest'ultima l'occupazione indipendentista continua e a fine autunno Malu Entu diventa la prima isola energeticamente autosufficiente del Mediterraneo, visto che per rimediare al sequestro dei generatori di corrente vengono installate due pale eoliche e un pannello solare.

Viene quindi creata una bandiera: rosso e blu in bande orizzontali con al centro sei figure che rappresentano la cultura sarda e la scritta Repubblica Malu Entu. Successivamente è ideato un sistema monetario autonomo e sono stampate le banconote della Repubblica.

L'unità monetaria base è Su Soddu, una banconota dal valore di un euro recante proprio il volto del leader indipendentista. Le altre banconote sono quella da 1 Shardana, con il volto di Mariano IV d'Arborea, equivalente a 10 euro; quella da 5 Shardane, con il volto di Leonardo Alagon, corrispondente a 50 euro; e infine quella da 10 Shardane, recante il volto della Giudicessa Eleonora d'Arborea e corrispondente a 100 euro.

La Repubblica di Malu Entu si dà quindi un proprio governo.

Il presidente è ovviamente Doddore, mentre Vicepresidente è nominato Giampaolo Pisanu, pensionato cagliaritano. Al ministero degli Esteri è posto Felice Pani, imprenditore di Terralba, mentre l'imprenditrice di Cabras Alessandra Meli è la ministra al Tesoro. Ci sono anche un ministero dell'Agricoltura, affidato a Paolo Peddis di Marrubiu, e un ministero della Pesca, assegnato all'imprenditore di Terralba Sandro Mascia.

L'esperienza della Repubblica di Malu Entu subisce però un duro colpo il 30 gennaio 2009, quando i rangers della Forestale regionale e i marinai della Capitaneria di porto di Oristano sgomberano il presidio indipendentista sull'isola e sequestrano tutte le attrezzature, eseguendo un mandato del GIP del Tribunale di Oristano, Alessandra Angioni, che su richiesta del Pm Lucio Marcantonio aveva disposto il sequestro di Malu Entu.

Doddore e i suoi sostenitori faranno ritorno sull'isola, ma da lì in avanti il sogno della Repubblica indipendente più piccola del mondo nel cuore del Mediterraneo troverà sempre maggiori ostacoli e difficoltà. Anche i tentativi di partecipare alle elezioni regionali e amministrative con liste proprie hanno scarso successo.

L'assoluzione e i guai fiscali

Doddore e altri 5 attivisti vengono iscritti nel registro degli indagati per occupazione abusiva, danneggiamento ambientale e smaltimento illecito di rifiuti solidi. L'ordinanza di sgombero è però notificata quando Doddore è a Cagliari per protestare contro l'esclusione della sua lista alle elezioni regionali.

Gli indipendentisti, considerando l'ordinanza del GIP un atto politico, presentano ricorso: il Tribunale di Primo grado e la Corte d'Appello lo respingono, ma nel 2016 arriva l'assoluzione per tutti da parte della Cassazione, per la quale il reato ambientale contestato agli imputati non era più esistente.

Intanto però per il leader indipendentista i guai arrivano sul piano fiscale: Doddore è arrestato una prima volta nel 2012 con l'accusa di aver evaso svariate decine di migliaia di euro nell'esercizio della sua attività, ma in seguito allo sciopero della fame e della sete intrapreso, e al peggioramento delle sue condizioni di salute, il GIP dopo 11 giorni di detenzione gli concede la misura cautelare degli arresti domiciliari.

Nel febbraio 2015 tuttavia a carico di Doddore arrivano altre 2 condanne per evasione fiscale, e il quadro penale a suo carico si complica, fino al nuovo arresto a fine aprile.

L'ARRESTO E IL CARCERE

Doddore decide di presentarsi in carcere il 28 aprile, festa del popolo sardo (Sa die de sa Sardigna) per scontare, da 'prigioniero politico' le condanne già passate in giudicato, ma non ci riesce.

I carabinieri infatti, dopo un breve inseguimento a sirene spiegate, un chilometro prima che arrivasse nel carcere oristanese di Massama lo fermano e lo arrestano lungo la Strada provinciale 292.

Il leader indipendentista si dichiara da subito 'prigioniero di guerra'. "Quelle a mio carico - dichiara alla stampa - sono condanne ingiuste frutto della persecuzione giudiziaria scatenata nei miei confronti nel 2008 all'indomani della proclamazione della Repubblica indipendente di Malu Entu per impedirmi di continuare a lottare per l'indipendenza di tutta la Sardegna".

Sta di fatto che per Doddore inizia una nuova detenzione in carcere, che lo porta a intraprendere nuovamente lo sciopero della fame e della sete.

Con se, oltre agli affetti personali, l'uomo porta la bandiera dei Quatro Mori e una biografia di Bobby Sands, l'indipendentista irlandese che si era lasciato morire in carcere di fame e di sete. A lui Doddore aveva anche intitolato una baia dell'isola di Malu Entu.

Dopo più di un mese di carcere il suo legale chiede il trasferimento in ospedale per il peggioramento delle condizioni di salute dell'indipendentista. Doddore viene trasferito dal carcere di Massama al centro clinico del carcere di Uta, e interrompe lo sciopero della sete, proseguendo tuttavia quello della fame.

LA MORTE E IL TESTAMENTO SPIRITUALE

Le condizioni di Doddore si aggravano ulteriormente, e da più parti giungono appelli alla sua scarcerazione.

Il parlamentare sardo Michele Piras si rivolge al presidente della Repubblica Mattarella.

Il leader indipendentista è allora ricoverato all'Ospedale Santissima Trinità di Cagliari il 29 giugno, ma il 3 luglio entra in coma. La situazione è critica e verso le 9 di questa mattina arriva la notizia del decesso.

"Io penso che i sardi abbiano la capacità, il potere, la voglia e l'intelligenza di fare norme e leggi particolari per il loro territorio. - affermò nel 1998 all'indomani dell'occupazione dell'Isola di Mal di Ventre ai microfoni di 'Reporters TV' - Ho deciso che non morirò fino a quando tutta la Sardegna non sarà indipendente".

Il sogno di Doddore non si è realizzato, ma sicuramente il leader indipendentista è stato coerente con i suoi ideali, battendosi fino alla fine per l'indipendenza del popolo sardo.