Il disegno di legge Quintarelli, dal nome dell'esperto informatico che lo ha proposto, è passato alla Camera e ora dovrà essere esaminato dall'aula del Senato. Qualora dovesse diventare una nuova normativa, potrebbe preludere ad una vera e propria rivoluzione sul mercato delle applicazioni per smartphone, tablet e non solo. Il suo scopo, infatti, è quello di garantire a tutti gli utenti una maggiore libertà nell'uso della rete e delle applicazioni ad essa collegate, rompendo quella sorta di oligopolio che si è creato tra provider di internet, produttori di telefoni cellulari, smartphone e tablet, e fornitori di servizi software.
La votazione sul disegno di legge è slittata
È evidente che l'approvazione di una norma di questo genere potrebbe generare il malcontento di parecchie persone. Per di più, dopo alcune sue recenti dichiarazioni, Quintarelli è stato accusato di essere anti-Apple, e tutto ciò potrebbe aver messo in moto un meccanismo di lobbing in seguito al quale la votazione del disegno di legge, prevista originariamente per giovedì scorso, è stata rimandata a data da destinarsi. Siccome il maggior sostenitore di questa nuova legge, il Pd, si è improvvisamente defilato, c'è il forte timore che il testo venga stoppato.
Le accuse al disegno di legge
Secondo il responsabile all'innovazione del PD, Sergio Boccadutri, famoso come promotore dell'ordine del giorno che chiede al Parlamento di legiferare sull'attività dei web influencer nel ddl Concorrenza, si tratta di un disegno di legge chiaramente contro la libertà d'impresa e, nello specifico, contro Apple.
Anche le associazioni di categoria sono scese in campo, in particolare quella degli operatori telefonici, Asstel, la quale ha fatto sapere che i suoi associati sono nettamente contrari a tutta l'impostazione della proposta di Quintarelli. In seguito a queste critiche, lo stesso Stefano Quintarelli ha deciso di replicare tramite il suo blog.
Cosa prevede nel dettaglio il disegno di legge Quintarelli
La proposta di Quintarelli si basa sul concetto di neutralità della rete. In altre parole, si vorrebbe impedire ai provider di far sì che alcuni contenuti siano più indicizzati di altri, in quanto più facili da reperire. Chi si oppone alla nuova legge afferma che il nostro ordinamento ha già recepito un regolamento europeo proprio su questo punto, quindi non vi sarebbe necessità di un'altra normativa.
Quintarelli, invece, sostiene che la sua proposta sarebbe complementare e integrativa rispetto al regolamento europeo, introducendo un intero apparato sanzionatorio per evitare gli abusi che mancherebbero nel testo comunitario.
Inoltre il disegno di legge prevede anche che non si possa più impedire agli utenti di installare sui propri dispositivi software differenti, e che non venga più bloccata la possibilità di disinstallare dei software, solo perché associati alla marca del dispositivo. Secondo gli oppositori di Quintarelli, una norma del genere obbligherebbe Apple ad aprire il proprio sistema operativo per consentire questa nuova libertà. Il promotore del Ddl argomenta che non si tratta di nuovi diritti, ma di una salvaguardia maggiore di quelli già esistenti, ovvero di un rafforzamento delle tutele nei confronti di quelle che il nostro Codice del Consumo chiama discriminazioni dolose.
Inoltre la nuova legge faciliterebbe la risoluzione delle controversie, rendendo operativi i procedimenti previsti dal Codice del Consumo, che sono nettamente più veloci e meno dispendiosi per entrambe le parti, a differenza di quanto avviene oggi con il ricorso all'Antitrust, molto più lungo e costoso. Sicuramente gli utenti di internet ne beneficerebbero.