Papa Francesco ha fatto trapelare la sua posizione in tema di immigrazione: è a favore dello Ius soli e dello ius culturae. Sicuramente il papa argentino non ci coglie di sorpresa, ma la sua scelta avrà un forte impatto sulla Politica italiana e sulla Chiesa.
Il santo Padre è una delle persone più carismatiche del mondo e quando prende posizione, fa sentire il suo peso. Il papa spesso fa sentire la sua voce e non è la prima volta che esterna le sue opinioni. L'anno scorso disse che chi costruisce muri non è un buon cristiano, riferimento evidente a Trump.
La posizione del santo Padre
Oggi interviene nel dibattito italiano perorando una causa complessa che nell'opinione pubblica è poco apprezzata. Il tema dell'immigrazione è difficile, complesso e spesso si fa confusione. Alcuni collegano la riforma del diritto di cittadinanza al terrorismo, questioni che hanno poco in comune. Eppure il vescovo di Roma ha deciso di entrare nel dibattito, pensando bene di sporcarsi le mani. La chiesa italiana fa molto per aiutare i più deboli e molti parroci cercano di integrare gli immigrati mettendosi a disposizione. Però c'è un'altra parte della chiesa, più tradizionale che difronte agli arrivi importanti, soprattutto di musulmani, si sente in difficoltà.
In più ci troviamo vicini alle elezioni, dove pur di accaparrarsi un voto si è disposti a tutto.
Facciamo l'esempio del segretario della Lega Nord, Matteo Salvini che ieri si è scagliato contro un parroco pistoiese, reo di aver portato i profughi in piscina. Don Massimo Biancalani si è difeso spiegando che quei richiedenti asilo avevano lavorato e lui per premio li aveva accompagnati in piscina.
Le polemiche non mancano
Un episodio innocente che in questo contesto diventa la scusa per il divampare di polemiche pretestuose. Il papa sa a cosa va incontro? È consapevole del rischio? Sa che riceverà attacchi fortissimi? Probabilmente sì, ma la sua idea di pastorale impone di sporcarsi con l'odore del gregge.
È interessante notare che durante il Meeting di Rimini anche i ciellini sono stati d'accordo con la scelta del premier Gentiloni di rivendicare l'importanza dello ius culurae come strumento di accoglienza.
Lo Stato ti da la cittadinanza e tu ti senti più responsabilizzato circa i tuoi diritti ma soprattutto verso i doveri che devi al tuo Paese. La crisi economica, la paura del terrorismo, le difficoltà di dialogo con l'islam rendono l'opinione pubblica italiana e occidentale distante dalle esigenze dei profughi. E su questa battaglia culturale si giocherà probabilmente la prossima campagna elettorale... Auguri a tutti