Il testo della nuova legge elettorale cosiddetta Rosatellum 2.0, dal nome del suo primo firmatario, il capogruppo Pd alla Camera Ettore Rosato, è stato depositato a Montecitorio. Nelle intenzioni della maggioranza (renziani più alfaniani), a cui si sono aggiunte Forza Italia e Lega Nord, la discussione dovrebbe partire in parlamento entro i primi giorni di ottobre, prima dell’avvio dell’iter per l’approvazione della consueta legge di Stabilità. Secondo i detrattori (M5S e Mdp) il Rosatellum rappresenta solo l’ennesimo imbroglio anti costituzionale dopo Porcellum e Italicum.

Uno dei temi del contendere è lo spazio dato ai micropartiti. La soglia di sbarramento del 3% per entrare in parlamento (già ritenuta bassa di per sé), infatti, si abbassa ulteriormente, fino a scendere all’1%, per tutti quei partiti che sceglieranno di correre in coalizione. I loro voti, anche se i propri rappresentanti non dovessero entrare alla Camera, non verrebbero dispersi, ma assegnati di diritto ai partiti più grandi. Nel caso del centrodestra, a trarre beneficio da questa norma, sarebbero Lega e Fd’I ma, soprattutto, Forza Italia del redivivo Silvio Berlusconi. Ma vediamo nel dettaglio quali sono i ‘partiti cespuglio’ contattati da Arcore.

Michela Vittoria Brambilla e il Movimento Animalista

Apriamo la nostra carrellata dei probabili alleati di Forza Italia alle prossime elezioni politiche da Michela Vittoria Brambilla. L’ex ministro del Turismo durante il governo Berlusconi IV, ha dato ufficialmente vita, il 16 settembre scorso, al Movimento Animalista con una manifestazione a Milano.

In questo modo il Cavaliere, che si è lasciato appositamente fotografare alla vigilia di Pasqua mentre allatta un agnellino invece di farlo uccidere, conta di fare cassa con i voti delle molte persone che condividono la battaglia animalista, come ad esempio vegetariani e vegani. Il Movimento della Brambilla potrebbe riuscire a superare la soglia dell’1%, regalando così voti a Berlusconi e un seggio in parlamento alla rossa pasionaria, nemica giurata dei cacciatori.

I centristi da Mastella a Rotondi

Incetta di voti il Caimano conta di farne anche al centro dell’emiciclo politico. Ecco così rispuntare ‘vecchi arnesi’ come Clemente Mastella. L’attuale sindaco di Benevento, recentemente uscito pulito da tutte le vicende giudiziarie che lo coinvolgevano, potrebbe risultare molto utile con i suoi Popolari per il Sud, eredi diretti del mitico Udeur. Ma anche il movimento Rivoluzione Cristiana di Gianfranco Rotondi, già ministro senza portafoglio per l'Attuazione del programma (sempre nel Berlusconi IV), è pronto a fare la sua parte per la causa azzurra. Proseguiamo la rassegna dei ‘cespugli centristi’ con l’Udc di Lorenzo Cesa, ancora in vita nonostante la separazione da Pier Ferdinando Casini.

Verdini, Cirino Pomicino e De Mita

C’è poi il caso Scelta civica, il partito fondato da Mario Monti nel 2013, giunto fino all’8% ma poi evaporato in mille rivoli di cui i più noti frontman (si fa per dire) sono gli onorevoli Enrico Zanetti, Mariano Rabino, Giulio Sottanelli e Angelo D’Agostino. Discorso a parte per Ala, la creatura di Denis Verdini che ha raggruppato i presunti scontenti di Berlusconi che, in questi anni, hanno sostenuto i governi Renzi prima e Gentiloni poi. Anche i verdiniani sono pronti a tornare all’ovile di Arcore. Altro partito pulviscolare è Direzione Italia di Raffaele Fitto, il ras pugliese che conta di far pesare nel centrodestra il suo pacchetto di voti. Battitori liberi, poi, sono Mario Baccini e alcuni ex alfaniani come Nino Germanà, Bruno Mancuso e Salvatore Torrisi. Chiusura col botto riservata a due Grandi Vecchi della politica democristiana ancora sulla cresta dell’onda: Paolo Cirino Pomicino e il quasi novantenne Ciriaco De Mita.