Le elezioni generali in Germania hanno un chiaro perdente: la “Groko”, cioè, la Grande Coalizione formata tra i partiti Unione Cristiano-Democratica di Germania (Cdu) e il Partito Socialdemocratico di Germania (Spd). L’alleanza che ha guidato il Paese fino adesso non ha convinto gli elettori tedeschi, che hanno preferito dare il proprio voto al movimento di ultradestra, Alternative fuer Deutschland (Afd). Un voto di protesta che spinge di nuovo i populisti in tutta l’Europa.
I numeri delle elezioni tedesche
In termini quantitativi, l'AfD ha preso la più grossa fetta di voti da chi in passato non si era recato alle urne.
Circa 1,2 milioni di elettori nel 2013 si erano astenuti e ieri sono andati a votare per l’estrema destra, considerata da molti un partito populista e xenofobo. L’AfD ha ottenuto il 12,6 per cento e 94 seggi. L’affluenza alle urne è stata del 76,2% rispetto al 71,5% del 2013.
Inoltre, circa 1,05 milioni di elettori che nelle ultime elezioni avevano votato per il partito di Merkel, ieri hanno scelto i populisti. Circa 470mila elettori della Spd sono delusi dell’operato nella Coalizione, mentre altri 400mila sono delusi della Linke (sinistra radicale tedesca) e 40mila dei liberal-democratici della Fdp.
La forza politica dei populisti
Secondo la lettura geografica del voto, gli elettori della Germania dell'est hanno premiato la proposta politica dell'Afd: in alcuni Laender orientali sono la seconda forza politica, mentre in Sassonia il primo.
Il programma elettorale ha convinto soprattutto sulle proposte della sicurezza, integrazione e coesione sociale. Le preoccupazioni sul fenomeno degli immigrati e il terrorismo islamico sono state determinanti al momento del voto. Ha influito anche il tema del tenore di vita: i residenti di alcuni Laender ancora non vivono come all'Ovest, e hanno paura di perdere i posti di lavoro da chi arriva da altri Paesi.
Come negli Stati Uniti con Donald Trump, la classe operaia tedesca ha contribuito con il 19 per cento al voto dell’Afd.
L’apparente tranquillità di Angela Merkel
Il cancelliere Angela Merkel è pronta per governare altri quattro anni, ma la sua vittoria non è stata schiacciante. Il Cdu, con 33%, ha perso più dell'8% dei voti e circa un centinaio di seggi nel nuovo Parlamento.
Nel discorso di ieri, come sempre, Merkel ha sorriso e festeggiato, con molta tranquillità, ma ha ammesso che il suo partito è una fase per il ruolo dell'estrema destra nello scenario politico tedesco. Dal quartiere generale della Cdu a Berlino, Merkel ha detto: “Avrei desiderato un risultato migliore, ma abbiamo raggiunto l'obiettivo strategico di queste elezioni: siamo il primo partito e guideremo il prossimo governo”.
Le dichiarazione dell’oppositore Martin Schulz
Anche per il socialdemocratico Martin Schulz, concorrente politico di Merkel, non è andata bene. Il Spd ha toccato il minimo storico, con poco più del 20%. “Oggi finisce la nostra collaborazione con la Cdu. La Grande Coalizione non ha più ragion d'essere, l’alleanza di governo è finita.
Crediamo che l’Spd sarà all'opposizione di questo governo”, ha detto Schulz. Il politico è formalmente passato all’opposizione.
Cosa significa il risultato per l’Italia
Il giornalista Ivo Caizzi scrive sulle pagine del Corriere della Sera che con i socialisti all’opposizione in Germania, “l’Italia perde un alleato sul fronte della flessibilità”. Una coalizione senza la sinistra tedesca può rendere più difficile la situazione per il governo. Tra gli esempi, c’è come la conferma di Schauble al Ministero delle Finanze. Il gioco economico, a livello europeo, si farà ancora più duro.