Il 10 ottobre ormai è prossimo e da mesi, questa data, rappresenta un giorno decisivo e pericoloso: è l'anniversario della fondazione del partito del lavoratori in Corea del Nord e si pensa che Kim-Jong-un in quell'occasione possa ordinare un nuovo test missilistico. Nello stesso giorno, inoltre, in Giappone inizierà la campagna elettorale e secondo il ministro della difesa nipponico, Itsunori Onodera, le possibilità di nuove provocazioni da parte della Corea del Nord sono elevatissime.
Scenari bellici
Una guerra convenzionale con la Corea del Nord potrebbe provocare la morte di 20.000 persone al giorno: questo quanto riportato in un'intervista rilasciata al Los Angeles Times da un ex generale del Pentagono.
Le probabilità di un reale conflitto con Kim-Jong-un si aggirerebbero attorno al 50% ed al 10% quelle di una possibile guerra nucleare.
Un recente servizio di Web 38 North ha riportato le stime di Michael J. Zagurek Jr, consulente specializzato in banche dati: in caso di attacco nucleare dalla Corea del Nord il numero dei decessi potrebbe aggirarsi attorno ai 2,1 milioni di persone mentre i feriti potrebbero arrivare a toccare i 7,7 milioni. Le stime sono state effettuate sulla base dello stato attuale della tecnologia delle armi e della potenza atomica di pyongyang. La Corea del Nord avrebbe, infatti, un arsenale composto da almeno 25 testate nucleari e sarebbe in grado, con molta facilità, di lanciare bombe attraverso missili balistici.
Mentre non accennano ad interrompersi le tensioni tra Donald Trump e Kim-Jong-un gli esperti iniziano ad avanzare realistici scenari in caso di guerra. La preoccupazione di un possibile attacco nucleare sta aumentando negli ultimi giorni anche perché la Corea del Nord sta continuando ad espandere il proprio progetto di acquisizione di armi in grado di raggiungere e colpire l'area geografica del Giappone.
Inoltre, l'ipotesi di un attacco avanzato da Pyongyang sugli alleati americani nipponici e della Corea del Sud non è da escludersi, sempre secondo gli esperti. A detta della Cia Kim-Jong-un non sarebbe un folle, come dichiarato dal Presidente degli Stati Uniti, ma "una persona razionale. Il suo intento è quello di mantenere il ruolo di leader il più a lungo possibile e l'ipotesi di un conflitto nucleare con gli Stati Uniti va sicuramente ridimensionato.
Lanciare una bomba negli Usa non gli interessa".
Ma nonostante queste recenti dichiarazioni Donald Trump, nella giornata di ieri, ha nuovamente dichiarato che "Washington è pronta ad esercitare l'opzione militare per bloccare definitivamente il programma nucleare in via di espansione di Pyongyang". Questa strategia militare, a suo dire, provocherà delle disastrose conseguenze nella Corea del Nord. La tanto acclamata e desiderata soluzione diplomatica sembrerebbe essere, quindi, una realtà molto lontana.