“Ius soli? Noi e Sinistra Italiana siamo pronti a votare la fiducia per approvare la legge”. Parola dell’ex segretario del Partito Democratico - ora leader di Mdp - Pierluigi Bersani. Dal salotto televisivo di Cartabianca, Bersani prova a riaprire così i giochi su uno dei provvedimenti più controversi dell’attuale legislatura. Il messaggio nemmeno tanto velato diretto al presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, non ha accolto le adesioni sperate. Già nel momento cruciale di presentare il testo alla Camera, del resto, si è sfiorato il cosiddetto incidente tra PD e Alternativa Popolare di Angelino Alfano, che avrebbe inevitabilmente compromesso il destino del governo.
Con rammarico più o meno sincero, i vertici del Nazareno hanno tirato i remi in barca consegnando la patata bollente direttamente al prossimo Parlamento. “È il momento giusto per votare la legge - ha spiegato Bersani - perché si tratta di un’ingiustizia che colpisce 800mila persone”. Per centrare l’obiettivo, tuttavia, oltre alle buone intenzioni occorrono i numeri. Quelli a disposizione della maggioranza (escludendo gli alfaniani) non garantirebbero il passaggio del testo. Paradossalmente l’ultimo a lasciare un ipotetico spiraglio per lo Ius Soli è stato proprio Gentiloni: “Stiamo lavorando per approvarlo entro questa legislatura”.