Da una stazione a un’altra, da un binario all’altro, il treno di Matteo Renzi viaggia veloce in una delle campagne elettorali più tumultuose della Seconda Repubblica. Il segretario del Partito Democratico proverà a ricucire un elettorato freddo, disorientato oltremodo dalle vicissitudini parlamentari. Il caso Visco potrebbe trasformarsi nell’ultimo boomerang di questa legislatura. Non la pensa certamente così Renzi che, anzi, intende trasformare la mozione di sfiducia per il Governatore della Banca d’Italia in una potente arma elettorale. L’irritualità con la quale è stato accompagnato alla porta Visco è apparsa azzardata ma ha assunto immediatamente un preciso contorno politico.
Dopo essere finito nel tritacarne mediatico per il crack di Banca Etruria Renzi ha voluto ribaltare il tavolo puntando il dito verso chi, a suo dire, avrebbe dovuto tutelare l’intero sistema e non lo ha fatto. “Senza l’intervento del governo le banche avrebbero chiuso dalla sera alla mattina - ha attaccato il segretario dem - e i correntisti avrebbero perso tutto. È lesa maestà domandare se chi doveva vigilare ha fatto tutto bene?”. La mozione ha minato ancor di più la fragilità del PD con Veltroni, Zanda e Napolitano, duramente contrari.
M5S pronto allo sprint
Chi ha meno problemi di gestione interna è il Movimento5Stelle. Dopo aver incoronato Luigi Di Maio candidato premier, il M5S si è tuffato anima e corpo nella campagna di Sicilia.
Conquistare la Regione, secondo Grillo e Casaleggio, è il passaggio obbligato per puntare dritti a Palazzo Chigi. I sondaggi sembrano dar loro ragione nonostante le vicissitudini legate alle regionarie online che hanno premiato Giancarlo Cancelleri. Quest’ultimo dovrà vedersela con il ritorno sorprendente dell’uomo calato dal Centrodestra, Nello Musumeci.
Dal punto di vista politico la novità sorprendente riguarda ciò che potrebbe scaturire dai risultati delle urne: laddove i Cinquestelle vincessero, potrebbero clamorosamente aprire alla coalizione con Mdp e Sinistra Italiana. Ad ammetterlo è stato Claudio Fava, candidato della Sinistra: “Ci possono essere punti di convergenza sul programma, ma non bisogna cadere nel politicismo fabbricando alleanze in campagna elettorale”.
La sinergia del M5S con altri partiti sarebbe una novità assoluta che potrebbe tornare in voga anche per le governative. Un’ipotesi che con il Rosatellum bis potrebbe divenire concreta.
Berlusconi scommette
Tirato a lucido fisicamente, carismatico e con la battuta pronta: Silvio Berlusconi è tornato e non ha nascosto le sue velleità elettorali. La legge Severino, comunque vada a finire, non gli consentirà di essere premier né di avere un incarico istituzionale. Eppure lui sembra tirare dritto per la sua strada con l’obiettivo di resuscitare un partito sostanzialmente morto, Forza Italia, e portarlo al 25-30%. Per farlo l’ex Cavaliere ha sfidato tutti riponendo il proprio nome nel simbolo che comparirà sulla scheda elettorale.
Un passaggio che molti costituzionalisti hanno considerato ai limiti e che potrebbe pregiudicare addirittura la sua ammissibilità. Fatto ciò Berlusconi ha ricucito la lacerazione con la Lega di Matteo Salvini, che fungerà da alleato principe della coalizione nella quale ci sarà anche Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. Con la nuova legge elettorale che passerà presto al vaglio del Senato, senza un’alleanza compatta le possibilità di successo si abbasserebbero drasticamente. Per ciò che concerne il nodo legato al candidato premier, Berlusconi ha già avvertito i suoi: se Forza Italia sarà primo partito del Centrodestra a Palazzo Chigi siederà Antonio Tajani.