Domenica 22 ottobre i cittadini veneti e lombardi saranno chiamati alle urne per esprimersi in merito a due referendum sull'autonomia regionale.
Agli elettori lombardi verrà chiesto se condividono che la Regione intraprenda le iniziative istituzionali per richiedere allo Stato l’attribuzione di ulteriori forme di autonomia, con le relative risorse, pur restando nel quadro dell’unità nazionale. In Lombardia il referendum è consultivo e non vincolante; non vi è il quorum.
"Vuoi che alla Regione del veneto siano attribuite ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia?" è il quesito sottoposto ai cittadini del Veneto.
Nel caso di raggiungimento del quorum, il consiglio regionale veneto sarà tenuto ad esaminare l'argomento referendario entro novanta giorni dalla proclamazione dei risultati.
Il residuo fiscale
Lombardia e Veneto sono le due regioni italiane col più alto residuo fiscale, ossia il saldo tra le entrate e le spese delle Amministrazioni pubbliche in un determinato territorio: infatti, la Lombardia ha un residuo fiscale di circa 54 miliardi di euro mentre il Veneto di 18 (pro capite sono rispettivamente 5.500€ e 3.700€).
Successivamente, scorrendo questa particolare classifica, troviamo l'Emilia Romagna e il Piemonte con, rispettivamente, 17,8 e 10,6 miliardi. Le regioni che beneficiano maggiormente di queste entrate sono la Sicilia (per 8,9 miliardi), la Calabria (4,7 miliardi), la Sardegna (4,2 miliardi), la Campania (4,1 miliardi) e la Puglia (3,5 miliardi).
Quando e come si vota
I seggi saranno aperti dalle ore 7 alle 23 di domenica 22 ottobre. Gli elettori voteranno nei consueti seggi del proprio comune. Per la prima volta, in Lombardia, si sperimenta il voto elettronico, che sarà espresso su un apparecchio simile ad un tablet, chiamato "digital machine"; gli elettori lombardi avranno tre possibili scelte sullo schermo: votare si, no o scheda bianca.
In Veneto, invece, si voterà con le tradizionali schede.
Gli ultimi sondaggi
Secondo un sondaggio di Lorien Consulting del 3 e 4 ottobre, l'affluenza stimata sarà del 42% (16% sicuri e 26% probabili), il 15% si dichiara indeciso, mentre il 43% si asterrà. Favorevole all'autonomia si dichiara il 69% degli intervistati, mentre il 31% è contrario.
Le motivazioni principali dei favorevoli sono "non dipendere più da Roma" (per il 31%) e "avere maggiore controllo sulle decisione che ci riguardano" (29%); al contrario, chi voterà no lo farà perché "le risorse della parte più ricca del Paese devono aiutare le zone più in difficoltà" (37%), mentre per il 29% dei contrari il referendum è inutile.