Urne aperte dalle 7 alle 22 in Lombardia e in veneto dove si vota per il referendum consultivo sull’autonomia. Un referendum che non ha carattere decisivo, ma manifesta la volontà popolare. Il risultato che verrà fuori alla chiusura delle urne avrà una valenza più che altro a livello politico. Le due regioni, in pratica, chiedono un’investitura popolare per aprire un tavolo di discussione col Governo per ottenere maggiori attribuzioni. Alcuni costituzionalisti sostengono che il tavolo poteva essere aperto un tavolo anche senza l’investitura popolare che tra l’altro costerà milioni e milioni di euro.

Il referendum consultivo non ha nulla a che vedere con lo statuto speciale delle Regioni e nemmeno con il referendum catalano che è tutt’altra cosa.

Qui Lombardia

Il quesito chiede agli elettori della Lombardia se desiderano che la regione “intraprenda le iniziative istituzionali per richiedere allo Stato l’attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, con le relative risorse”. Non viene quindi messa in discussione l’unità nazionale. Potranno votare tutti i cittadini iscritti nelle liste elettorali dei comuni lombardi. Possibile votare soltanto recandosi al seggio, in tutto sono circa 8mila, dove per la prima volta si utilizzerà il voto elettronico grazie all’acquisto di 24mila tablet che, tra l’altro, ha fatto molto discutere visto che sono costati circa 24 milioni di euro.

Gli elettori invece della classica cabina trovano una “voting machine” dove esprimeranno la loro preferenza su uno schermo touch screen. Il referendum consultivo in Lombardia non prevede alcun quorum, quindi vincerà il Sì o il No a prescindere da quante persone si recheranno a votare. Certo è che la percentuale dei votanti avrà un valore decisivo per la valutazione del risultato.

Il governatore della Lombardia, Roberto Maroni, ha fissato la sua personale asticella ad almeno il 34% degli aventi diritto. Se dovesse vincere il Sì la Lombardia avvierebbe un negoziato con il governo centrale per giungere a un’intesa che gli garantirebbe più competenze e risorse per quanto riguarda il residuo fiscale: la differenza tra le tasse pagate allo Stato e la cifra di quanto redistribuito sul territorio dallo Stato stesso.

Le competenze maggiori su cui l’eventuale vittoria del Sì aprirebbe margini riguardano 20 materie concorrenti tra Stato e Regioni. Il negoziato, poi, dovrebbe concludersi con la presentazione di un disegno di legge al parlamento che dovrebbe poi essere approvata a maggioranza assoluta da entrambe le Camere. Non si prevedono quindi tempi brevi.

Qui Veneto

Quesito referendario che mira allo stesso obiettivo in Veneto dove agli elettori si chiede: “Vuoi che alla regione Veneto siano attribuite ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia?” Differenti però le modalità di voto. Visto che in Veneto si vota in maniera tradizionale con matita su carta e, differenza fondamentale con il voto della Lombardia, è previsto il quorum del 50%+1 degli aventi diritto affinché la consultazione referendaria sia valida.