Cuffaro, Lombardo e Crocetta. Sono gli ultimi tre presidenti che hanno governato la Sicilia negli ultimi diciassette anni. Adesso l'isola è sull'orlo del baratro e Nello Musumeci, neo eletto governatore della Regione, è chiamato all'impresa ardua, disperata, di risollevare le sorti di questa terra da lui stesso definita amara e bellissima. Occorre lavorare sodo, senza sosta, per invertire una rotta che sta conducendo dritti verso il default. Solo qualche mese fa la Corte dei Conti aveva lanciato l'ennesimo allarme.

E Crocetta ha sicuramente contribuito ad affossare ulteriormente la Sicilia.

A sentirlo parlare, i siciliani quasi quasi lo dovrebbero ringraziare. In un'intervista pubblicata da repubblica.it, il governatore uscente si vanta di aver creato 75mila posti di lavoro, di aver aumentato il pil di 14 punti e di essere riuscito a spendere i fondi europei. Peccato non si capisca però su quali basi reali sciorini questi pseudo successi. La realtà è ben diversa ed amarissima.

L'eredità del governo Crocetta

Alla fine della sua legislatura la situazione debitoria della Regione ha avuto un'impennata del 41%, superando gli 8 miliardi di euro di debiti. Imperterrito, Crocetta ha continuato a impegnare la Sicilia negli ultimi tempi con mutui e prestiti di centinaia di milioni di euro facendo lievitare la spesa per gli interessi.

La disoccupazione è aumentata di 4 punti percentuali, superando il 22%. Di contro sono aumentate le tasse con i siciliani che sono più vessati degli altri cittadini italiani delle altre regioni a statuto speciale. Dalla Sanità alla Formazione Professionale non c'è un settore che si salva nel peggioramento delle condizioni generali dei servizi offerti e dei lavoratori che vi operano.

I giovani studenti emigrano in altre Università italiane ed estere mentre chi cerca un lavoro fugge lontano per crearsi la speranza di un futuro migliore.

Questa è la Sicilia reale che lascia Crocetta alla fine del suo mandato. Lui si dichiara sereno, i siciliani lo sono un po' meno e i risultati delle urne lo dimostrano. Più della metà degli elettori non sono andati a votare, il resto ha ritenuto di dare la propria fiducia al nuovo che avanza con il Movimento 5Stelle, che diventa primo partito nell'isola, e al centro destra.

Ma soprattutto ha affidato le residue speranze di redenzione di questa terra a Nello Musumeci, riconoscendogli qualità umane e spessore politico.

Il fondatore di "Diventerà Bellissima", come ha sottolineato nel suo primo discorso da Governatore quando ancora lo spoglio non era stato completato del tutto, sente tutto il peso di questa grande responsabilità. Serve uno sforzo comune di tutte le forze politiche di governo e di opposizione e di tutti i siciliani onesti per cambiare rotta e salvare dal continuo decadimento una delle terre più belle del mondo.