Si avvicinano le scadenze previste dalla legge per le varie liste che vogliono presentarsi alle Elezioni politiche del 4 marzo e si moltiplicano in questi giorni le iniziative dei vari gruppi politici. Rientra in tal senso anche l'incontro promosso dal gruppo "Riscossa Italia" che nella mattinata di questo 13 gennaio si è riunito a Roma per parlare delle proprie iniziative future. Vediamo meglio quali sono le loro proposte.
Verso una lista unitaria per la sovranità monetaria e contro l'obbligo dei vaccini?
Abbiamo avvicinato Luigi Pecchioli, avvocato perugino e coordinatore nazionale di "Riscossa Italia", movimento di cui fanno parte anche due senatrici, elette nel 2013 con il M5S e in seguito allontanatesi: Paola Di Pin e Monica Casaletto.
Pecchioli ci ha in particolare rivelato che sono in corso dei rapporti ben avanzati fra il suo gruppo e "SìAmo - Libertà di cura, comunità coscienza", vale a dire il movimento fondato da Dario Miedico, medico legale fra i firmatari di una lettera che esprimeva perplessità sulle vaccinazioni pediatriche e poi radiato dall'Ordine dei medici di Milano; tale movimento nelle ultime settimane ha peraltro avviato una campagna sul web di auto-candidature, raccogliendo, secondo i promotori quasi 800 adesioni di cittadini pronti a candidarsi in tutta Italia alla Camera e al Senato.
Non è da escludersi dunque che nei prossimi giorni "Riscossa Italia" e "SiAmo", assieme ad altri gruppi, possano davvero dar vita a una lista unitaria di tutti i soggetti che esprimono contrarietà, fra le altre cose alla Legge Lorenzin sull'obbligo dei vaccini e che si battono per la sovranità economica italiana, mettendosi quindi a raccogliere le firme per la presentazione effettiva delle liste.
'Uniamo i sovranisti che vogliono difendere la Costituzione e si oppongono alla Legge Lorenzin'
Ma vediamo meglio cosa ha detto l'avvocato Pecchioli, coordinatore di "Riscossa Italia", in esclusiva a Blasting News.
Pecchioli, che cosa proponete in vista delle prossime elezioni?
"Il nostro appello è quello dell'unione di tutti quelli che hanno una posizione sovranista e di vera difesa della Costituzione italiana.
Noi crediamo che ci sia in particolare un'incompatibilità fra la Costituzione e i Trattati dell'Unione Europea. Pensiamo che debbano riunirsi tutti quelli che vogliono uno Stato capace di recuperare la propria dimensione: vogliamo aggregarli sia per un percorso elettorale attuale, sia a medio termine per far sì che queste soggettività attualmente poco collegate possano avere una forza.
Su questo si sono uniti anche i movimenti di lotta contro la Legge Lorenzin sui vaccini e contro una più generale privatizzazione della salute: stiamo cercando di dar vita a un'alleanza che comincia ad avere un suo spessore".
Pensa davvero di poter avere consenso affrontando un tema delicato come quello dei vaccini?
"Intanto va detto che il decreto Lorenzin, come altri temi, ha portato il popolo italiano a mobilitarsi nella consapevolezza che deve fare qualcosa: su questo tema in particolare sono scesi in piazza migliaia e migliaia di genitori che non avevano mai fatto prima alcuna azione politica. La legge Lorenzin è riuscita nel miracolo di unire queste persone e farle diventare operative, organizzando convegni e manifestazioni capillari in tutta Italia.
Tale provvedimento non è solo sui vaccini, ma impone una certa pratica e cultura medica che punisce i genitori con l'impossibilità di iscrivere i figli negli asili e i medici con la radiazione: è una forma autoritaria che ha portato la ribellione del popolo italiano. La vera ragione non è medica, ma quella della finanziarizzazione della sanità. Noi vogliamo più ricerca pubblica e non invece che questo tema sia lasciato alle multinazionali, le quali ragionano solo in base alla remuneratività. Contestiamo la privatizzazione tout court della sanità, ma anche di altri servizi: c'è un arretramento dello Stato che delega tutto ai privati, i quali però perseguono il profitto. Chi si è svegliato grazie alla Legge Lorenzin può capire che essa è un sintomo di una malattia più ampia che va curata".
Fra i vostri punti caratterizzanti vi è l'uscita dall'Euro, crede davvero che gli italiani siano d'accordo?
"Il problema è che gli italiani sono stati spaventati con informazioni false sulle possibili conseguenze dell'uscita dall'Euro. Noi stiamo dicendo che vogliamo recuperare la possibilità dello Stato di spendere per l'economia italiana e farla ripartire: ma ciò è possibile solo con una moneta che lo permetta. Se questo significa non poter utilizzare l'Euro, si tratta di una conseguenza... Le varie promesse elettorali dei vari partiti sono false e impossibili nella cornice dell'Euro. E' inutile che parlino di abolire la Legge Fornero o il Canone RAI: perché o tassano da qualche altra parte oppure devono farsi prestare i soldi.
Noi vogliamo invece recuperare le politiche della nostra Costituzione e la possibilità dello Stato di fare le proprie politiche monetarie, se questo comporta che l'Europa ci allontana perché sforiamo i parametri, sarà una discorso conseguenziale. Ma non possiamo recedere da questo perché non vogliamo ingannare gli elettori".