La rappresentate di +Europa, Emma Bonino, si è presentata alla diretta Ansa-Facebook con il suo usuale turbante e ha risposto alle domande del direttore dell'agenzia di stampa, Luigi Contu, dei giornalisti dell'Ansa, Marcello Campo e Stefano Rottigni, dello staff di Facebook e dei lettori dal Web, come questo format lanciato da Ansa nelle ultime settimane di campagna elettorale prevede.
La domanda di riscaldamento verte sull’opinione della leader radicale circa questa campagna elettorale. Avendone vissute e portate avanti per quarant’anni, la Bonino ha molti metri di paragone e risponde che, per il Partito Radicale, il momento elettorale è sempre stato una strumento per portare avanti battaglie, non un automatismo.
Fatica a ricordare una campagna "così sgangherata", campagna che sembra premiare "chi le spara più grosse". Che si tratti di proposte realistiche e possibili, aggiunge, pare non interessi granchè a nessuno. Una sorta di corsa al rialzo, un’escalation di impossibilità, una campagna in cui tutte le promesse, ne è convinta la Bonino, si spegneranno il 5 marzo come candeline.
Per un partito che ha deciso di presentarsi come +Europa, è inevitabile la domanda sull’idea e il concetto di Europa, su quali siano i punti di distacco con le altre visioni, anche le stesse della coalizione.
Il concetto di Europa che propone questo partito è più determinato, più costante e più tetragono. Non è un concetto altalenante, ma più attento alle procedure, dal momento che, ci tiene a puntualizzare con esattezza la leader, l’Europa implica una presenza, un’attenzione, una politica costante.
I tre punti che vanno tenuti in considerazione per un corretto approccio al concetto di Europa sono, secondo la Bonino: capire come funziona il progetto Europa, successivamente capire come trarne profitto ed, infine, avere anche uno sguardo a medio termine.
Alla domanda sulle scissioni interne del PD e su questa nuova alleanza, Emma Bonino specifica molto chiaramente che l’obiettivo di +Europa è portare a votare una parte consistente di quel 30-35% che, secondo i sondaggi, si vuole astenere.
La rappresentante di +Europa non risparmia una stoccata alla stampa, colpevole di continuare a porre l’attenzione sul 5 marzo come se tutto fosse già deciso, non procurando un grande stimolo ad andare a votare. L'augurio che la Bonino fa a se stessa ed agli italiani è che ci sia una sorpresa il 4 marzo, sorpresa che vedrebbe una parte consistente degli astenuti sentire la responsabilità civile di contribuire al futuro di questo paese e recarsi alle urne per esprimere il proprio diritto.
Un leitmotiv dell'intervista sono state le piccole, grandi lezione di politica morale radicale. Per questo la politica ha ricordato, rivolgendosi in modo particolare ai giovani, che votare non è un dovere, ma è una responsabilità e un diritto. Precisando che nel mondo ci sono ancora milioni di persone che rischiano la vita per avere il diritto al voto, rincara la lezione sostenendo che se tutti riuscissimo a non snobbare così tanto questo diritto ed a non sprecarlo, daremmo un contributo e faremmo un’assunzione di responsabilità.
Dalla rete arriva, poi, la questione calda di questa campagna elettorale: il tema dell’immigrazione e del “lavoro agli italiani”. L’analisi della situazione di Emma Bonino è molto lucida e realistica.
Come abbiamo già sentito in tante interviste di questa campagna, ci spiega che, ad oggi, di 6 milioni di immigrati regolari, che producono l’8% del PIL e sono contributori netti all’INPS, la stragrande maggioranza fa i lavori che gli italiani non vogliono più fare. Trattasi di una dinamica sociologica assolutamente normale, una mobilità di scala sociale che tende ad una sempre maggior cultura tra le classi giovanili, che sempre in maggioranza si iscrivono all'università ed aspirano a lavori migliori di quelli dei loro padri. La proposta concreta è di regolarizzare gli irregolari – come, tra l’altro, appunta, ha fatto Berlusconi nei governi precedenti (2003 e 2009) con due sanatorie per un totale di 900mila migranti – e di scoprire, così, che la legalità produce anche sicurezza.
Sostiene, poi, che esistono anche altre modalità, previste nella legge Turco-Napolitano e fatte fuori dalla Bossi-Fini, che aiuterebbero in questo senso. Il suo partito guarda indietro alla legge Turco-Napolitano per riportare ordine e disciplina nella palude dei, cosiddetti, clandestini. Come già aveva specificato la Boldrini nel programma Otto e Mezzo, anche Emma Bonino spiega che non è proprio possibile espellere 600mila persone, in quanto l'Italia vanta solo 4 accordi di reimpatrio con Tunisia, Marocco, Nigeria ed Egitto.
Ma la gestione dell’emergenza, che è quella che preoccupa di più i cittadini, in che modo si esplica? Cosa si può fare e, soprattutto, cosa può fare l’Europa?
Emma non si nasconde dietro ad un dito e non lancia facili promesse.
Ammette che l’Europa può fare molto poco perchè gli stati membri non hanno mai voluto che l’integrazione diventasse una questione comunitaria e una competenza europea, bensì hanno sempre preferito che rimanesse una responsabilità nazionale, esattamente come il controllo delle frontiere esterne. Nel programma di +Europa c'è una concreta proposta da portare in Parlamento Europeo affinchè il problema dell'integrazione diventi un problema comunitario.
Tuttavia, si torna ben presto a parlare di italiani, di ripresa dell’economia e del debito pubblico. iìIl programma di +Europa propone liberalizzazioni e privatizzazioni. Come? In quali campi?
L'esempio cardine che porta la Bonino sono le municipalizzate ( ad esempio l’Atac di Roma).
Perlopiù aziende in rosso da tempi memorabili e con servizi pessimi. La proposta del partito con a capo la Bonino è la messa a gara di questi servizi, con una partecipazione sia di enti pubblici che privati.
Arriva un altro tema scottante della campagna elettorale nel quale tutti gli schieramenti hanno speso fiumi di parole e promesse. La legge Fornero: è possibile abolirla? Come ha intenzione di comportarsi a riguardo +Europa? A quanti anni si può andare in pensione, con quanti contributi?
Anche in questo caso, la Bonino non si discosta da parole già ascoltate da altri leader della sua coalizione. Riporta l'attenzione al contesto in cui fu emanata la Legge Fornero. Rassicura che, come tutte le leggi, può essere modificata, tenuto conto l’abolizione in toto della legge Fornero, senza un reale piano economico che ne individui le risorse per abolirla, sarebbe un atto irresponsabile.Sul tema pensioni, la Bonino vuole ricordare il compagno di lavoro di una vita e racconta di come Marco Pannella dicesse sempre che andare in pensione deve essere una scelta e non un obbligo.
Infine, i giornalisti vogliono tornare allo spirito innovativo che ha avuto il Partito Radicale nella storia d’Italia il quale ha fatto della lotta alla casta parlamentare, all’ammucchiata, al palazzo, alla partitocrazia alcune delle sue bandiere. Sono tematiche forti, al giorno d’oggi, del Movimento 5 Stelle. Da un punto di vista culturale quali sono le differenze?
La Bonino non transige sulle differenze e sancisce che oggi ci troviamo in una partitocrazia senza partiti, difficile pensare a una democrazia in cui non ci siano i partiti. La differenza fondamentale con i 5 stelle, specifica con accuratezza, consiste nell’attenzione istituzionale: il Partito Radicale ha sempre creduto nel migliorare le istituzioni, nel farle lavorare a favore dei cittadini.
Piuttosto che negazionista, si definisce doverista e legalista. Tiene a puntualizzare che un’altra differenza vera, reale e tangibile consiste nel non aver mai cavalcato la rabbia o il disprezzo dell’avversario.
In conclusione, arriva una domanda dalla rete su un’altra battaglia storica radicale: la legalizzazione delle droghe leggere. L’utente chiede: avete già parlato col PD della legalizzazione delle droghe leggere?
La leader di +Europa spiega che una proposta di iniziativa popolare è già in parlamento e che, come tutte le proposte popolari, non decade a nessun cambio di governo. Sottolinea che, per il Partito, rimane una battaglia che si posa su un concetto importante: proibire un comportamento individuale che non reca danni ad altri è un’illusione e dà solo adito a mercato nero.
Nella concezione liberale, legalizzare è meglio che proibire.
Si conclude in questo modo un’intervista di piena campagna elettorale, ricca di ideali ed ideologie. In modo particolare, non a caso, lo slogan, in parte idealistico, che legalizzare è meglio che proibire è uno stendardo, da sempre, del partito radicale, ma si ricollega perfettamente al grande tema dell’immigrazione irregolare al quale Emma Bonino ha cercato di dare risposte realistiche e concrete, controbattendo ad una campagna elettorale fatta di grandi promesse sostenute da pochi, pochissimi dati reali.