Durante un congresso del suo partito a Kahramanmaras, nella parte sud della Turchia, il "sultano" Recep Tayyip Erdoğan ha goffamente elogiato l’operato dell’esercito dei “berretti marroni”, le forze speciali turche impegnate nella campagna di occupazione della città siriana di Afrin, rivolgendosi in particolare ad una bambina di sei anni, che indossava l’uniforme.
La bambina, Amine Tiras, è stata invitata a salire sul palco e, benché visibilmente a disagio, proprio in virtù di quell’abitudine all’obbedienza a cui è addestrata, non ha potuto fare altro che sottomettersi al volere del presidente turco salendoci, esortata dagli applausi della folla.
Una volta lì, però, ad un certo punto la commozione e lo sgomento della piccola si sono comprensibilmente sciolti in un pianto incontrollabile, tanto che lo stesso presidente ha maldestramente provato a rasserenarla con un abbraccio e un bacio sulla paffuta guancia rigata di lacrime.
I berretti marroni non piangono
“Ha la bandiera turca in tasca”, ha detto il presidente. “Se diventerà una martire, a Dio piacendo, la avvolgeremo con quella!”. Così l'ha presentata alla folla, elevandola a modello esemplare per l’esercito delle forze speciali turche. E candidamente ha ritenuto di augurarle un destino tanto desiderabile per una popolazione fondata su un fanatismo militarista e un tenace radicalismo religioso, abituata ad erigere stele ad eroi disposti al martirio.
Quello, appunto, di morire da martire per ricevere l'onore di essere avvolta nella bandiera turca. A quel punto, la bambina, incapace di trattenere il nodo in gola, è scoppiata in lacrime.
Quindi il bacio sulla guancia, seguito da un monito: “I berretti marroni non piangono!”, una goffa combinazione di gesti che voleva essere rassicurante.
Com’era prevedibile, l’augurio e i complimenti non hanno sortito l’effetto sperato su quella che, sebbene agghindata da una solenne uniforme militare, rimane pur sempre una bambina di sei anni, con le sue insicurezze e i suoi timori, probabilmente non del tutto consapevole del significato che altri per lei hanno attribuito a quella divisa.
Rabbia e indignazione in tutto il mondo, ma il sultano non ci bada
Grazie ai molti mezzi di comunicazione di massa, e al web in particolare, le suggestive immagini hanno fatto il giro del mondo, suscitando ovunque indignazione e rabbia. Il presidente Recep Tayyip Erdoğan è stato aspramente criticato per la scena che ha offerto agli occhi del pianeta. Ma non ha reagito agli attacchi, non se n’è minimamente preoccupato, perché sostenuto da un Paese con un culto militare molto radicato, per il quale morire da martire, si trattasse anche di una bambina di sei anni, comporta l’onore più allettante cui si possa aspirare.