Come se fosse il calciomercato, le notizie che provengono dal mondo politico dopo i risultati delle elezioni dello scorso 4 marzo che hanno sancito un sostanziale pareggio tra il Movimento cinque stelle e la coalizione di centrodestra sono ricche di anticipazioni da parte della stampa specializzata.

Tutte vertono sulle possibili maggioranze parlamentari che possono portare alla creazione di una squadra di governo in grado di ricevere il voto di fiducia alla Camera ed al Senato. Il gioco, a causa dei risultati di sostanziale pareggio, è più nelle mani del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che in quelle dei leader dei singoli partiti politici.

Le presunte strategie del Quirinale per arrivare ad un Governo

Dal colle più alto di Roma pare che si sia deciso di concedere un mese e mezzo di tempo ai partiti per provare a dipanare la matassa della maggioranza. Se nessuno riuscirà a costruire un'alleanza solida destinata a realizzare un Governo che possa durare il più possibile, il Presidente proverebbe ad inserirsi nelle trattative cercando di proporre personalità del mondo legato alla politica in grado di coagulare i numeri necessari ad ottenere la maggioranza.

Se così fosse, il presidente Mattarella avrebbe segnato in agenda almeno due nomi di possibili candidati con l'obiettivo di ottenere un appoggio il più inclusivo possibile delle due forze politiche che hanno conseguito il maggior numero di eletti: il Movimento cinque stelle guidato da Luigi Di Maio e la Lega di Matteo Salvini.

Il ragionamento del Quirinale è semplice: se nessuno dei due leader vincitori delle elezioni riuscisse ad ottenere la maggioranza dei consensi nelle due camere, occorrerà pensare a chi possa sostituirli, cercando di accontentare entrambe le forze politiche con un appoggio diretto o esterno.

Con queste premesse alcuni analisti politici sostengono che nell'agenda di Sergio Mattarella i primi nomi segnati a questo scopo siano quelli di Carlo Cottarelli e Luca Zaia.

Entrambi potrebbero avere quei requisiti per poter presiedere un cosiddetto 'esecutivo di scopo' o, per meglio dire, un 'governo del Presidente'.

Le speranze del Quirinale sarebbero rivolte inizialmente sul primo dei due nomi, quel manager bancario che lavorò bene come commissario alla spending review e potrebbe incontrare, e proprio per questi meriti ottenuti sul campo potrebbe ottenere il via libera sia dai grillini che dall'intero centrodestra, non solo dalla Lega di Salvini.

Il secondo candidato potrebbe invece coagulare, sempre secondo i rumors che provengono dal Colle, una maggioranza tra PD e centrodestra, pur con parecchi mal di pancia dal fronte dei cinque stelle. Come abbiamo già scritto in precedenza si tratta sempre di supposizioni. Tutto potrebbe cambiare dal 23 marzo, il giorno in cui le camere si insedieranno e gli eletti dovranno trattare per eleggere i presidenti di camera e Senato. Da lì potrebbe nascere qualche patto destinato a portarci alla creazione di un governo.