Come ogni anno, al termine di una tornata elettorale il voto degli italiani viene analizzato e sminuzzato dagli istituti di statistica e di sociologia. Questa volta le attenzioni sono tutte rivolte verso il Movimento Cinquestelle, il vero vincitore delle Politiche 2018. Una vera e propria radiografia dell'elettorato e dei flussi verso il movimento guidato al trionfo da Luigi Di Maio è stata effettuata dall'istituto Ixè diretto da Roberto Weber, i cui risultati sono stati pubblicati questa mattina dal Fatto Quotidiano. I risultati sono apparentemente sorprendenti.

Da dove arrivano i voti ai Cinquestelle

Le prime sorprese arrivano dall'analisi dei flussi elettorali. Per arrivare a superare quota 32% il movimento fondato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, oltre a conservare un notevole zoccolo duro di fedelissimi, ha catturato il voto da chi nel 2013 aveva votato Berlusconi, Vendola e, soprattutto, ha letteralmente saccheggiato quei moderati che votarono per Scelta Civica, la lista capeggiata da Mario Monti.

Nel dettaglio, dei 10milioni e oltre 700mila elettori, il 57% è composto da fedelissimi che già votarono il Movimento Cinquestelle nel 2013, mentre il rimanente proviene per la maggior parte, quasi a pari merito, dagli astensionisti e dagli ex votanti di Scelta Civica.

Sono esigui i voti provenienti dagli ex Piddini. I delusi dai Governi a guida democratica che hanno rivolto la loro preferenza ai pentastellati sono quindi molto meno di quanto si potesse ipotizzare.

Chi sono gli elettori a Cinquestelle

Una sorpresa ulteriore dall'analisi sociale degli elettori di Luigi Di Maio. La maggioranza è composta da lavoratori dipendenti a tempo determinato: il 43% di loro, tra chi si è recato alle urne, ha votato Cinquestelle.

Quasi analoga la percentuale dei disoccupati (42,9%), degli studenti italiani (41,5%) e dei lavoratori precari con un contratto a tempo determinato (39,1&). Molto bassa la percentuale di pensionati, lavoratori autonomi e imprenditori che hanno messo la croce sul simbolo delle 5 stelle.

Meno di una casalinga su tre ha dato la preferenza ai grillini (28,5), percentuale simile a quella di chi lavora in proprio (26,2%), mentre il voto degli anziani è stato il meno intercettato in assoluto. Solo il 16,% di chi tra loro si è recato ai seggi ha espresso la propria fiducia nei confronti del programma presentato da Luigi Di Maio.