Bacio tra Salvini e Di Maio, murales provocatori a Roma sui due vincitori delle elezioni del 4 marzo 2018 alla vigilia del voto a Montecitorio e Palazzo Madama per l'elezione dei presidenti delle Camere. L'accordo tra Lega e Movimento 5 Stelle al momento è solo un'ipotesi, destinata a scontrarsi con una serie di ostacoli forse insormontabili che dividono le strade dei principali gruppi politici premiati dagli italiani alle urne e adesso pronti a chiedere un mandato di governo al Capo dello Stato. La “licenza poetica” degli artisti di strada, però, ha tratto linfa vitale dai retroscena parlamentari delle ultime ore, che davano i leader della destra e il candidato premier del M5S a un passo dall'intesa piena su tutti i fronti, formazione dell'esecutivo compresa.

Salvini e Di Maio, intesa su presidenze Camere e governo?

E così, il possibile blocco “giallo-verde” è diventato fonte d'ispirazione per dipinti satirici, puntualmente apparsi sui muri della Capitale a poche ore dalle prove generali per l'insediamento delle nuove cariche istituzionali. Matteo Salvini e Luigi Di Maio sono stati ritratti dal writer TvBoy in posa da amanti, stretti in un abbraccio sentimentale coronato da mano sul collo e bacio appassionato, con tanto di cuore rosso sullo sfondo del disegno realizzato nella notte del 22 marzo in via del Collegio Capranica. Nel mirino dello stesso street artist è finita anche la numero 1 di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni, rappresentata nelle vesti di volontaria “convertita” delle ong specializzate nell'assistenza ai migranti bambini, come precisato dall'autore del murale sul profilo Instagram personale il giorno dopo l'azione provocatoria.

Matteo Salvini e Luigi Di Maio, il bacio della discordia sui muri di Roma

Prevedibile il clamore suscitato dalle due opere d'arte di strada che hanno colorato i muri di Roma attirando l'attenzione dei passanti e, subito dopo, gli obiettivi dei fotografi che ne hanno amplificato la risonanza fino a farli entrare, sebbene sotto forma di “gioco di alleggerimento” nel dibattito politico post-elezioni.

Ci vorrà molto tempo, almeno un paio di settimane se non qualche mese, per capire se la strada indicata non solo dal writer capitolino ma anche da tanti osservatori parlamentari sia solo un vicolo cieco oppure possa costituire una reale via d'uscita dall'impasse istituzionale seguita al voto del 4 marzo 2018.