La giornata di ieri è trascorsa nel segno della suspense. È stato il leader della Lega, Matteo Salvini, a diffonderla, quando, dopo aver incontrato la presidente del Senato Casellati, ha fatto trapelare delle "novità" provenienti dal M5S. I protagonisti dell'attuale situazione di "stallo" sono sempre questi due partiti, e probabilmente lo saranno ancora per qualche settimana.

Il centrodestra si è presentato unito, confermando la sua posizione: "nessuno abbandona l'alleato", almeno per ora. Il M5S ha iniziato a fare delle concessioni che hanno lasciato intendere a dei passi in avanti.

Questi piccoli progressi, se si dovessero concretizzare, potrebbero portare alla formazione di una maggioranza in grado di sostenere un governo M5S-centrodestra.

Centrodestra contro la politica dei "no" dei cinquestelle

Il centrodestra è rimasto fermo sulle sue posizioni, lasciando intendere di voler superare la fase dei veti. Salvini ha dichiarato che sta "facendo di tutto, dialogando con tutti, pur di dare un governo agli italiani". La coalizione, nel frattempo, ha ribadito la sua posizione: "interlocutori sono i cinquestelle, niente governi con il Pd". Inoltre, il leader leghista non ha escluso che potrebbe scendere in campo in prima persona: "Non ho più tempo da perdere", ha risposto alla domanda di un cronista che chiedeva se fosse pronto ad accettare un pre-incarico.

Proprio questo potrebbe rappresentare un punto di svolta: un incarico a Salvini sfocerebbe in un governo di minoranza di centrodestra.

La coalizione dovrebbe andare in Parlamento a cercare i voti uno per uno, idea alquanto stravagante. Difficile che il presidente Mattarella possa concedere un mandato diretto al segretario del Carroccio, dopo averlo concesso alla presidente del Senato.

La seconda carica dello Stato è stata chiamata in causa per nome delle istituzioni, ma anche per nome del centrodestra, e soprattutto per evitare di consegnare un incarico nelle mani di leader politici di primo piano. Ad oggi, invece, appare più probabile che ci sia un doppio mandato esplorativo per la Casellati, visto che il "forno" centrodestra-M5S è rimasto aperto dopo i parziali passi in avanti fatti dai grillini.

M5S: no a Berlusconi, sì ai suoi voti

Il M5S continua a ribadire il suo no a Berlusconi, a Forza Italia e a Fratelli d'Italia. Per i pentastellati, l'unico interlocutore possibile rimane la Lega di Matteo Salvini. Un estremo tentativo, dunque, di formare un "governo dei nuovi", con volti completamente differenti rispetto al passato.

I contatti tra Carroccio e M5S sono ripresi intensamente dalla mattinata di ieri: delle novità sono iniziate a trapelare nel primo pomeriggio, con una maggioranza costituita da centrodestra e cinquestelle che non è più apparsa come un'utopia. Le parole di Di Maio hanno rialzato il muro tra i grillini e Berlusconi, anche se si tratterebbe di un muro molto più basso rispetto a quello eretto nelle scorse settimane.

Per il Movimento 5 Stelle, infatti, il leader di Forza Italia non sarebbe più il "male assoluto", ma una sorta di "maluccio", ed i suoi voti non verrebbero più considerati inaccettabili.

La richiesta dei cinquestelle, indirizzata direttamente al leader leghista, è stata quella di spingere verso un appoggio esterno dei "forzisti" ad un governo Lega-M5S. Quest'idea, però, non piacerebbe affatto a Berlusconi, che non sarebbe disponibile a farsi da parte su ordine di Di Maio, almeno per ora. Il tavolo delle trattative a Palazzo Giustiniani non ha portato ad alcuna soluzione, ma solo a qualche passo in avanti che potrebbe maturare col tempo. Anche se di tempo ne rimane poco.