I fatti accaduti recentemente a bardonecchia, in Piemonte - dove la polizia francese ha sconfinato in territorio italiano allo scopo di eseguire un controllo su un migrante sospettato di essere uno spacciatore - si sono trasformati in un vero e proprio incidente diplomatico tra Italia e Francia. La politica è insorta contro quella che viene descritta come una violazione della sovranità territoriale da parte dei gendarmi del presidente transalpino Emmanuel Macron. Il leader della Lega Matteo Salvini ha addirittura ipotizzato l’espulsione di diplomatici francesi dal nostro territorio.
Questa mattina, intervistato da Il Giornale, il ministro dell’Interno, Marco Minniti, ha commentato la vicenda, lodando la pronta e decisa risposta diplomatica italiana. Ma non solo, perché, durante l’intervista, il titolare del Viminale ha rilanciato l’allarme sul rischio terrorismo nel nostro paese che, a suo dire, resta “alto”.
L’intervita di Marco Minniti: ‘A Bardonecchia fatti gravi’
Il caso Bardonecchia ha riacceso in un lampo la polemica sulla spinosa questione migranti, sia all’interno dell’opinione pubblica italiana, sia nei rapporti diplomatici con la Francia di Macron, impegnata in una dura politica di chiusura delle frontiere e di respingimenti di profughi. Questa volta, però, lo sconfinamento della polizia francese nel centro per migranti di Bardonecchia ha prodotto un incidente diplomatico che viene considerato come un “fatto grave” dal ministro dell’Interno Marco minniti.
Nell’intervista rilasciata al quotidiano diretto da Alessandro Sallusti, il numero uno del Viminale promette una “risposta all’altezza” da parte del nostro paese. Risposta che, anche se non è ancora stato deciso nulla, potrebbe consistere in una interruzione della “cooperazione transfrontaliera” con i cugini francesi per quanto riguarda il controllo delle dogane e del transito di migranti.
In pratica, Minniti, anche se non lo dichiara espressamente, minaccia Macron di far passare indisturbati verso Parigi migliaia di migranti.
‘La minaccia del terrorismo in Italia è alta’
Ma Minniti non si è limitato a commentare i fatti di Bardonecchia. Sollecitato circa il pericolo rappresentato dal terrorismo islamico dell’Isis in Italia, il ministro ammette di aver cambiato idea.
Fino a un anno fa, infatti, era convinto che i foreign fighters in fuga da Siria e Iraq non sarebbero mai arrivati in Europa con i barconi utilizzati dai profughi, perché degli “assetti nobili” che il Califfato non avrebbe mai rischiato di perdere in un banale naufragio. Ora però, dopo il crollo di Raqqa e Mosul, le cose sono cambiate perché la fuga dei terroristi da quei territori è diventata “individuale”, quindi è logico pensare che qualcuno cerchi di utilizzare quella “rotta già aperta dai trafficanti di uomini”.
120 foreign fighters ‘italiani’
Parole gravissime che fanno venire meno, in un colpo solo, tutte le certezze dell’opinione pubblica sul sistema si sicurezza anti terrorismo messo in campo dall’Italia.
Comunque sia, Minniti spiega che, secondo le informazioni raccolte dall’intelligence, i foreign fighters ‘italiani’ dovrebbero essere circa 120, alcuni dei quali “presuntivamente morti”. Anche se il rischio terrorismo era e resta alto, il ministro dell’Interno prova a rassicurare affermando che i presunti terroristi presenti sul nostro territorio vengono “monitorati” costantemente. Il vero problema, comunque, aggiunge Minniti, non sono i foreign fighters, ma i cosiddetti “figli della mancata integrazione” nati e cresciuti in Europa.