Il ministro dell'Interno, Marco minniti, ospite della trasmissione televisiva "Kronos" di Rai 2, è tornato a rispondere a diverse domande sul flusso migratorio in arrivo in Italia. Intervistato dai giornalisti Giancarlo Loquenzi, conduttore del programma, e Aldo Cazzullo del "Corriere della Sera", il ministro ha affrontato molteplici temi, dal pericolo di infiltrazioni mafiose nel voto del prossimo 4 marzo, alla recrudescenza degli opposti estremismi politici. L'intervista, in un secondo momento, si è concentrata sul fenomeno delle migrazioni, probabilmente il punto centrale di questa campagna elettorale.
Minniti: le paure vanno ascoltate e risolte
Minniti ha ribadito alcuni concetti fondamentali della sua linea. Innanzitutto ha affermato che l'accoglienza dei migranti va commisurata alle reali possibilità che l'Italia ha di ospitarli sul proprio territorio. Dunque questo fenomeno non può andare avanti all'infinito, poiché metterebbe a rischio la tenuta del Paese.
Secondo punto: la paura di molti cittadini verso gli sbarchi di migranti è un sentimento profondo che va capito, compreso e affrontato. Il ministro dell'Interno ha evidenziato come il suo compito, quello di una cultura Politica riformista, sia quello di ascoltare coloro che hanno dei timori, e di cercare di risolvere i relativi problemi, a differenza dei populisti che, invece, fanno leva proprio sulle paure e le strumentalizzano.
I flussi migratori sono in diminuzione
"Otto mesi consecutivi di calo dei flussi non c'erano mai stati prima - ha dichiarato Minniti - noi abbiamo contenuto gli sbarchi, abbiamo significativamente ridotto i flussi". Il politico calabrese ha risposto anche alle critiche mosse dal centrodestra: "Chi ha parlato di 650mila migranti da rimpatriare ha fatto una gigantesca sanatoria proprio per 650mila persone.
Questo governo ha messo sotto controllo i flussi migratori: gli arrivi sono diminuiti del 34% nel 2017, e ora siamo a meno 52%". Il ministro dell'Interno, al contempo, ha precisato che i flussi "li abbiamo contenuti, non cancellati, non esiste la bacchetta magica".
La diminuzione di questo fenomeno si accompagna all'impegno di sottrarre i migranti dalla tratta dei trafficanti.
L'apertura dei corridoi umanitari dalla Libia ha già portato in Italia - attraverso l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni e l'agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite - donne, bambini e anziani che hanno un reale diritto alla protezione umanitaria.
L'Italia è un paese razzista?
La domanda è di quelle "scivolose": l'Italia è un paese razzista? La cultura catto-comunista presente sul nostro territorio, fa sì che ci sia una sorta di "buonismo" di fronte a tutto ciò che riguarda le migrazioni e, di conseguenza, una ragionevole gestione dei flussi a qualcuno non piace. Minniti, nel suo intervento a "Kronos" del 23 febbraio, ha rovesciato i termini della questione: "L'Italia non è un paese razzista, però dobbiamo capire che un'emergenza permanente può diventare il brodo di coltura nel quale cattivi maestri e apprendisti stregoni possono far crescere il seme del razzismo".
L'ex dirigente dei Democratici di Sinistra ha ricordato che fino a qualche tempo fa, la questione migranti veniva affrontata come una continua emergenza, mentre oggi "ci sono le condizioni per affrontarla in maniera organica. Tenere insieme il diritto di chi è accolto, ma anche il diritto di chi accoglie. Il ministro dell'Interno ascolta entrambi i diritti e non uno solo".
Insomma, chi cerca rifugio in Italia dev'essere accolto in maniera dignitosa, ma al contempo è necessario garantire l'ingresso ad un numero di migranti che è possibile integrare concretamente, altrimenti le paure diffuse tra i cittadini potrebbero esplodere da un momento all'altro. Questo concetto è già stato ribadito da Marco Minniti in più di un'occasione come, ad esempio, alla Festa de l'Unità di Pesaro, nell'estate 2017.