La legge sull'immigrazione francese fa discutere un'altra volta, una legge che sembrerebbe vietare l'aiuto di chiunque nei confronti dei migranti che in condizioni pessime di salute tentano di superare il confine. La vicenda in questione ha come protagonista una donna nigeriana di 31 anni affetta da un gravissimo linfoma e con in grembo un bimbo, che abbandonata come un pacco, è morta subito dopo il parto.

Autorità francesi senza scrupoli quando si tratta di migranti

E' accaduto a metà Febbraio in un luogo che pochissimi giorni fa ha fatto ancora discutere, la frontiera di Bardonecchia.

Davanti alle autorità francesi si è presentata una donna nigeriana, le sue condizioni di salute erano pessime e ben visibili come lo era il suo stato di gravidanza, le condizioni meteo indescrivibili a causa delle abbondanti nevicate, ma nulla di ciò ha intenerito i francesi che dopo averla presa, anziché portarla in ospedale, l'hanno "scaraventata" davanti alla stazione di Bardonecchia. La donna non si reggeva in piedi, una sofferenza lenita dai volontari dell'associazione Raimbow4Africa che dopo averla soccorsa l'hanno portata all'ospedale di Rivoli. Dopo una settimana di cure la stessa è stata trasferita nel reparto di ginecologia e ostetricia del Sant'Anna. Le sue condizioni non erano buone anche a causa del linfoma di cui era affetta, e il 15 marzo scorso dopo il parto cesareo la mamma nigeriana è deceduta, lasciando il suo piccolo bimbo alle cure del padre.

Il bimbo pesa 700 grammi, la mamma è morta: "Hanno dimenticato l'umanità"

Il bimbo, un miracolo della vita, alla nascita pesava 700 grammi, e i medici del reparto di rianimazione del Sant'anna sono riusciti, grazie alle cure e al tanto amore per quella piccola creatura, a "donargli" in appena una settimana dal parto altri 200 grammi utili per grarantirgli maggiori possibilità di sopravvivenza.

Tanta solidarietà da parte di tutto lo staff medico per questo piccolo bimbo, che come dichiara il presidente dell'associazione Raimbw4Africa Paolo Narcisi: "è un miracolo".

Le accuse da parte di Narcisi sono rivolte invece alle autorità francesi che sembrerebbe abbiano dimenticato l'umanità. "Respingere una donna malata e incinta è un atto grave che non va solo contro il buonsenso ma anche contro tutte le convenzioni nazionali, proprio come criminalizzare chiunque soccorra delle vite umane".

La vicenda a cui si riferisce il presidente dell'Ong risale a pochi giorni fa, quando una guida alpina francese aiutò una famiglia di migranti che tentavano di oltrepassare il confine. Colti in pieno da una bufera camminavano a fatica e la guida non ci pensò tanto e facendoli salire a bordo dell'auto li accompagnò all'ospedale più vicino, dove la donna partorì il suo terzo bimbo. Un atto di umanità che per la legge sull'immigrazione francese corrisponde a cinque anni di galera. "I corrieri trattano meglio i loro pacchi", conclude Paolo Narcisi.