Giorgio Napolitano, presidente emerito della Repubblica oggi novantaduenne, continua ad essere protagonista della Politica italiana. La prossima settimana Napolitano verrà ricevuto al colle del Quirinale dal presidente Sergio Mattarella. Ciò avverrà prima dell'inizio delle nuove consultazioni per la formazione del nuovo governo. Il presidente emerito della Repubblica sembra avere l'intenzione di spingere il Pd a dialogare con il M5S. Il segretario pentastellato, Luigi Di Maio, ha dichiarato di non avere mai avuto intenzione di spaccare il Pd; quindi un possibile accordo tra il partito Democratico e il M5S sembra possibile per la formazione di un nuovo esecutivo.

'Re Giorgio', fin da subito, aveva fatto capire che l'intesa tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio, che aveva condotto alla nomina dei presidenti della Camera e del Senato, non sarebbe valsa per la formazione del nuovo governo.

'Renzi c'è o non c'è?' si domanda Emanuele Macaluso, firma storica dell'Unità

I renziani, per ora, restano fermi all'idea di restare all'opposizione. Qualcuno tra i deputati di centro sinistra ha affermato che la fermezza di Matteo Renzi di non collaborare alla formazione del governo restando all'opposizione, potrà essere usata dal leader del Movimento Cinque Stelle Luigi Di Maio per accusare il Partito Democratico di non avere collaborato alla formazione di un nuovo esecutivo, dando vita a un governo Lega-Movimento Cinque Stelle. Emanuele Macaluso, firma storica dell'Unità che da sempre riporta il pensiero dell'ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, spinge il Pd a collaborare per la formazione di un nuovo governo, domandandosi se 'Renzi c'è o non c'è'.

Vedremo se Giorgio Napolitano ancora una volta saprà condurre il gioco convincendo Matteo Renzi e i suoi a rivedere le loro posizioni, in modo da sbloccare questa situazione di stallo. Ciò non è impossibile. Il senso dello Stato, tipico dell'ex partito Comunista, ha da sempre dimostrato che la sostanza sia sempre da privilegiare alla forma, soprattutto quando il Paese ne ha bisogno.

Dario Franceschini (ministro beni culturali) e Andrea Orlando (ministro di Grazia e Giustizia) seguendo questo principio sembrano desiderosi di aggregarsi al volere del novantaduenne ex presidente della Repubblica. Matteo Renzi seguirà la via tracciata dal 'grande vecchio o rimarrà ancorato alla sua decisione di restare all'opposizione?