Il cambio di direzione di Luigi Di Maio non è passato inosservato agli occhi della stampa. E naturalmente non ha lasciato indifferenti Salvini e il centrodestra che hanno dovuto prendere atto, loro malgrado, della situazione. Quello che stupisce è stato il repentino voltafaccia del capo politico pentastellato, anche alla luce del rapporto quasi mai idilliaco con il Partito Democratico, condito anche da epiteti abbastanza pesanti. Continua dunque il difficile gioco delle parti che dovrà, in un modo o nell’altro, dare un governo al paese.

I voltafaccia su Renzi e PD

Cambiamenti a convenienza. Non riuscendo a scardinare le resistenze leghiste al suo gioco, Di Maio si è rivolto a viso aperto al Partito Democratico, aprendo persino a Matteo Renzi, cui i 5 stelle non hanno mai lesinato parole di una certa gravità. Nessun veto verso di lui, dice Di Maio, ma fino a poco tempo fa il pensiero era diverso come riporta Il Giornale. Il segretario dimissionario dei democratici è stato paragonato ad Erdogan e Pinochet ed è stato accusato di essere “eterodiretto da De Benedetti”. Tra l’altro, il leader del M5S, non si è risparmiato nei commenti sull’azione Politica, tacciando l’ex sindaco di Firenze di “aver portato l’Italia sull’orlo del baratro”, “essere inadatto”, “aver usato un metodo truffaldino”, “essere solo uno spot senza coerenza” e un “mentitore seriale, inadeguato per il governo”.

Anche il Pd, con cui ora vorrebbe governare, è stato oggetto degli attacchi di Di Maio. A più riprese infatti, il partito del Nazzareno è stato definito: “partito di miserabili”, “ladri di democrazia”, “partito che sta con le banche”. E chi più ne ha più ne metta.

Salvini non si scompone

Non ha lasciato indifferente Matteo Salvini il contropiede grillino, ma non si scompone più di tanto il segretario del carroccio.

Salvini tira dritto per la sua strada, non accetta veti o aut-aut da nessuno e ribadisce ancora una volta l’importanza dell’unità nella coalizione di centrodestra. Coalizione che, di fatto, ha vinto le elezioni, pur non mettendo insieme una maggioranza parlamentare autonoma. I vertici leghisti continuano a lavorare per riportare Di Maio al tavolo delle trattative facendolo ragionare, mentre i leader della coalizione conservatrice si incontreranno oggi a Milano per mettere a punto le prossime strategie in vista delle nuove consultazioni.

Salvini, in ogni caso, si mostra tranquillo, vuole mantenere la parola data agli elettori e si dice sicuro che con questo comportamento Di Maio non fa altro che tradire i propri elettori. Alla fine, il leader del centrodestra non ha dubbi. O si fa un governo fatto bene oppure si torni al voto.