Il 19 maggio di due anni fa si spegneva a 86 anni Marco Pannella, storico leader dei radicali, fra i più longevi personaggi della scena Politica (è stato deputato dal '76 al '92) e uno dei protagonisti delle battaglie civili degli anni settanta e della fase di transizione tra la prima e la seconda Repubblica.

Nel corso dei decenni Pannella ha "allevato" una serie di militanti e dirigenti politici, che avrebbero avuto un ruolo nella scena politica nazionale o almeno locale anche negli anni successivi, e alcuni dei quali sono ancora oggi in Parlamento.

Vediamo qui di seguito che fine hanno fatto diversi dei suoi "figli" e "figlie" sul piano politico.

La storica militanza comune fra Pannella ed Emma Bonino

La più nota e longeva delle seguaci del leader radicale, è sicuramente Emma Bonino, la quale entrò in Parlamento per la prima volta ad appena 28 anni nel 1976 assieme allo stesso Pannella, il quale aveva già 46 anni e decenni di battaglie alle spalle. La militanza dei due si è intrecciata per decenni, con numerose battaglie civili combattute assieme e diverse elezioni, andate più o meno bene, nelle quali i due hanno talvolta alternato i rispettivi nomi sui simboli delle varie liste presentate nel corso del tempo. La Bonino ha avuto ruoli istituzionali di alto profilo, da Commissaria Europea fra il 1995 al 1999, fino a quello di Ministro per il Commercio e politiche europee (nel Governo Prodi II) e poi di Ministro degli Esterni (nel Governo Letta).

Attualmente è senatrice: il 4 marzo scorso è infatti stata eletta in parlamento nella coalizione di centrosinistra nell'uninominale al Senato a Roma, dopo che invece la formazione +Europa che portava il suo nome non aveva raggiunto lo sbarramento.

I dirigenti radicali che negli anni hanno lasciato Pannella per seguire altri percorsi politici

Sono davvero molti però i dirigenti politici che hanno iniziato a fare militanza, arrivando anche ai più alti livelli, grazie a Marco Pannella, e che per i motivi più svariati nel corso del tempo hanno preso altre strade. Fra loro uno dei più noti è sicuramente Francesco Rutelli, divenuto segretario nazionale dei Radicali a soli 27 anni e poi deputato a 29, restando alla Camera per sette anni.

Nel 1989 non aderisce al Partito Radicale Transnazionale ma promuove la nascita, insieme a militanti radicali, ambientalisti ed esponenti di Democrazia Proletaria, dei Verdi Arcobaleno, che in seguito confluiranno nella Federazione dei Verdi. Sarà l'inizio di una carriera politica importante per Rutelli che diventerà sindaco di Roma (dal 1993 al 2001), poi candidato Premier per l'Ulivo (sconfitto da Berlusconi nel 2001), fra i fondatori della Margherita, poi Ministro della Cultura e Vicepremier (nel Governo Prodi II) e fondatore del Partito Democratico, partito che però abbandonerà nel 2009 per dare vita alla poco fortunata esperienza dell'API. Lasciata la politica attiva, dal 2016 è presidente dell'ANICA (Associazione nazionale industrie cinematografiche audiovisive e multimediali).

Un percorso seguito in parallelo, almeno fino al 2009, anche da parte di Roberto Giachetti, storico collaboratore di Rutelli, prima al comune di Roma e poi a livello nazionale nella Margherita, che non seguì pero al momento dell'uscita dal PD. Partito nel quale Giachetti è stato finora sempre rieletto in Parlamento, anche dopo aver provato senza successo la corsa a sindaco di Roma nel 2016.

Una svolta politica centrista nel corso degli anni l'ha avuta Gaetano Quagliariello, cresciuto nei radicali come segretario a Bari e poi vicesegretario nazionale, ne è uscito nel 1982 e dopo alcuni anni dedicati all'attività accademica e alla scrittura, nel 1994 ha aderito a Forza Italia, di cui è stato più volte parlamentare, rieletto anche con il PDL.

Nel 2013 diviene ministro delle Riforme Costituzionali del Governo Letta, poi segue Alfano nella scissione che dà vita al Nuovo Centrodestra. Anche se dal 2015 lascia il partito per fondare Identità e Azione, tornando di fatto nel centrodestra: alle recenti elezioni è stato fra i promotori di "Noi con l'Italia - Udc", formazione che non ha superato lo sbarramento, ma lui è riuscito comunque a essere eletto al Senato nell'uninominale a L'Aquila e Teramo, aderendo poi al gruppo parlamentare di Forza Italia. Un percorso piuttosto simile a quello fatto da Eugenia Roccella, che pure fece parte dei radicali in gioventù (di cui il padre Franco era stato fra i fondatori), prima di una lunga pausa dalla politica attiva e poi il nuovo impegno con il "Family Day" e in seguito l'adesione al PDL (di cui è stata anche sottosegretaria): dal 2013 ha seguito tutti i passaggi politici di Quagliariello, fino alle ultime elezioni, nelle quali però non è stata rieletta.

Restando a parlare di ex radicali passati nel centrodestra, non possiamo dimenticare Elio Vito, eletto per la prima volta alla Camera nel 1992 proprio con la lista di Pannella, poi nel 1994 aderì subito alla nascente Forza Italia di Silvio Berlusconi, che ne ha sempre garantito la rielezione in Parlamento (con quella appena iniziata è arrivato adesso all'ottava Legislatura consecutiva). Tempistiche diverse, ma esito simile, per il passaggio nel centrodestra di Daniele Capezzone: egli fu il primo segretario dei neonati Radicali Italiani dal 2001 fino al 2006, anno in cui entra in Parlamento con la Rosa nel Pugno a sostegno del Governo Prodi; nel giro di meno di due anni però passa all'opposizione e aderisce a Forza Italia, diventando portavoce del partito e poi del PDL: non ricandidato nel 2008, viene invece eletto alla Camera nel 2013 con il PDL.

In seguito ha aderito ai Conservatori e Riformisti di Raffaele Fitto, senza ricandidarsi alle politiche del 2018.

Come una sorta di "andata e ritorno" possiamo definire il percorso di Benedetto Della Vedova, europarlamentare radicale fra il 1999 e il 2004, nel 2006 non condividendo la nascita della Rosa nel Pugno si avvicinò al centrodestra dando vita alla formazione dei Riformatori Liberali (assieme a Marco Taradash e Peppino Calderisi) dentro alla CDL, ma lui fu l'unico a essere eletto nelle liste di Forza Italia. Successivamente Della Vedova aderisce al PDL con il quale viene riconfermato alla Camera nel 2008, mentre nel 2010 segue Gianfranco Fini in Futuro e Libertà: nel 2013 in occasione della disfatta del movimento dell'ex leader di AN, lui riesce comunque a essere l'unico a tornare in Parlamento, precisamente al Senato con Scelta Civica di Monti.

Nella scorsa legislatura è stato Sottosegretario agli Esteri, fino ad essere poi fra i fondatori di +Europa nel 2017, tornando quindi assieme ad Emma Bonino e agli altri radicali: alle ultime elezioni non è però riuscito a essere rieletto, essendo stato battuto nell'uninominale alla Camera a Prato.

I più giovani radicali e la scissione dopo la morte di Pannella

Passiamo infine ai più giovani fra i dirigenti radicali, che hanno accompagnato Pannella negli ultimi dieci anni delle sue battaglie e che non hanno abbandonato il proprio leader per altre formazioni. Fra loro possiamo citare Rita Bernardini, Maurizio Turco, Marco Cappato e Riccardo Magi. In seguito alla scomparsa di Marco Pannella, però, a partire dal 2017 c'è stata una scissione nel movimento radicale tra chi adesso fa parte del Partito Radicale, che svolge principalmente attività politico-culturale, e attualmente rappresentato dalla Bernardini e Turco, assieme a Sergio D'Elia e Antonella Casu: essi non hanno partecipato all'ultima campagna elettorale.

Mentre invece dall'altra parte c'è chi fa parte dell'associazione Radicali Italiani, più direttamente impegnati in politica, rappresentata fra gli altri da Marco Cappato, Emma Bonino e Riccardo Magi: quest'ultimo è il segretario nazionale e attualmente deputato, eletto a marzo dalla coalizione di centrosinistra nell'uninominale alla Camera a Roma, dopo aver partecipato alla lista +Europa.

Va infine precisato che molti dei personaggi citati, nonostante i vari spostamenti politici, sono ancora iscritti al Partito Radicale Transnazionale e agli altri soggetti della galassia radicale.