In queste ultime ore ci sono state delle evoluzioni piuttosto importanti sul piano politico. Dopo l'intervista televisiva di Matteo Renzi che ha chiuso la porta su un possibile appoggio del PD a un Governo guidato dal Movimento 5 Stelle, poche ore fa è stato il leader pentastellato Luigi Di Maio a intervenire sui social, affermando "Bisogna tornare al voto il prima possibile. Tutti parlano di inserire un ballottaggio nella legge elettorale, ma il ballottaggio sono le prossime elezioni. Quindi dico a Salvini, adesso chiediamo insieme di andare a votare, e facciamolo finalmente questo secondo turno a giugno".
Manca in tal senso, almeno fino a questo momento, una risposta ufficiale di Matteo Salvini che in questa giornata sta festeggiando per l'elezione del leghista Massimiliano Fedriga come nuovo presidente della Regione Friuli Venezia Giulia. Ma è evidente che si fa sempre più plausibile l'opzione del ritorno ad elezioni politiche anticipate, a meno che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a cui spetta l'ultima parola in tal senso, non riesca a trovare una soluzione alternativa.
Elezioni politiche anticipate? Ecco le possibili date
Ma qualora davvero il presidente della Repubblica si vedesse costretto allo scioglimento "ultra-anticipato" delle Camere - peraltro nella storia repubblicana italiana non è finora mai successo che una Legislatura sia durata meno di due anni - pare comunque molto difficile che si possa riuscire davvero a votare nel mese di giugno, come richiesto poche ore fa da Di Maio.
Vediamo perché.
La Costituzione, nell'articolo 61, dice che "Le elezioni delle nuove Camere hanno luogo entro settanta giorni dalla fine delle precedenti", va aggiunto che inoltre generalmente passano almeno 45 giorni fra lo scioglimento delle Camere e la data delle elezioni politiche, la quale viene fissata con un decreto del Consiglio dei Ministri.
Anche quindi ipotizzando uno scioglimento quasi immediato da parte di Mattarella, cosa peraltro tutt'altro che scontata, si andrebbe quindi anche solo per questo necessariamente nella seconda metà di giugno. Da questo punto di vista guardando alla storia repubblicana, su 18 elezioni politiche finora solo tre volte si è votato a giugno (nel 1979 era il 3-4 giugno, nel 1983 era il 26-27 giugno e nel 1987 era il 14-15).
Ma concretamente possiamo notare che per quest'anno il 10 giugno è già fissato il primo turno delle elezioni amministrative in centinaia di comuni italiani, il 17 giugno non sarebbero comunque ancora trascorsi 45 giorni dallo scioglimento e la successiva domenica 24 giugno ci saranno i ballottaggi delle amministrative. Poi giugno è finito, visto che la domenica seguente sarà il 1° luglio.
Ecco che quindi realisticamente non si potrebbe votare prima dell'estate. Da questo punto di vista aggiungiamo alcuni rumors che girano in ambiente parlamentare, dove peraltro molti nei neo-eletti vedrebbero ovviamente di cattivo occhio la possibilità di far terminare così presto una Legislatura che stanno appena iniziando ad assaporare, magari dopo aver inseguito per una vita intera il "sogno" del seggio parlamentare.
Detto questo, secondo quanto riportato da La Stampa, si vociferano da ormai qualche giorno tre date possibili per le elezioni politiche: il 23 settembre, il 30 settembre oppure l'11 novembre. Anche se non è da escludersi, come invece aveva ipotizzato qualche settimana fa l'ex presidente lombardo Roberto Maroni, che il voto possa svolgersi nel mese di ottobre. Il tutto senza entrare nel merito del fatto che, votando in autunno, ci sarebbe sulla carta il tempo per approvare una qualche modifica alla legge elettorale che favorisca la governabilità dopo il voto.
Insomma, non sappiamo ancora che fine farà questa XVIII Legislatura da poco iniziata, ma è forse bene iniziare già a guadare l'agenda per i prossimi mesi che potrebbero portare l'inizio della XIX.