Brusco arresto delle trattative di pace fra Stati Uniti e Corea del Nord. Con una lettera infatti il presidente americano Donald Trump ha annunciato che l'incontro del 12 giugno con Kim Jong-un non ci sarà.

Perché si è fermato tutto

Trump ringrazia Kim per l'impegno e la volontà di mettere assieme questo summit ma per via di una "aperta ostilità mostrata nelle ultime dichiarazioni" l'incontro di giugno sarà sospeso. Ma quali sono le aperte ostilità di cui parla il presidente americano? A mettere sulla difensiva gli Stati Uniti sono state le parole del vice ministro degli Esteri nordcoreana Choe Son-hui, che ha apostrofato il vicepresidente Usa, Mike Pence, definendolo "una stupida marionetta Politica".

Ma le motivazioni dello stop alle trattative non si fermano qua. Il segretario di Stato americano Mike Pompeo, infatti, durante l'audizione alla Commissione Esteri del Senato ha affermato che "negli ultimi giorni, i nordcoreani non hanno risposto alle nostre richieste per la preparazione del meeting" e quindi, secondo lui, sarebbe stato inutile partecipare a un incontro al quale non "ci sarebbe stato un esito positivo"

Le minacce di un attacco nucleare

Dopo il tweet di Trump ci sono state una serie di reciproche minacce tra America e Corea del Nord che hanno inevitabilmente riacceso i toni.

Se quindi da una parte Mike Pence ha annunciato a Fox News che la Corea del Nord avrebbe fatto la fine della Libia se non avesse continuato la denuclearizzazione, Choe Son-Hui (la numero due del ministero degli Esteri nordcoreano) ha risposto mostrando la sua "sorpresa per l'ignoranza e la stupidità dei commenti del vice presidente americano" e aggiungendo che "Se gli Stati Uniti ci incontreranno in una sala riunioni o durante uno scontro nucleare, dipende interamente dalle decisioni e dai comportamenti della Casa Bianca" .

Anche Trump non si è risparmiato, lanciando un agghiacciante richiamo alla potenza nucleare americana "Lei parla delle vostre capacità nucleari, ma le nostre sono così imponenti e potenti che io prego Dio affinché non debbano mai essere usate".

Ma non tutto è perduto

La speranza non si è, però, ancora spenta. In una lettera rivolta a Kim Jong-un, Trump si è mostrato pronto a un nuovo incontro tanto che ha avvertito il dittatore nordcoreano di non esitare a chiamarlo o di scrivergli se vuole che questo incontro si svolga.

Si è mostrato, anche, grato per il rilascio degli ostaggi avvenuto giorni prima e ha preceduto il pronome "yours" (vostro) prima della firma. Tutti segnali di apertura che hanno lasciato presagire la possibilità che questo incontro sia solo rinviato. Se a questo aggiungiamo che proprio oggi è stato completamente smantellato il sito nordcoreano di Punggye-ri (dove il regime ha condotto tutti i suoi test nucleari) allora possiamo dire che l'allentamento delle tensioni fra i due paesi non è poi cosi improbabile.