Matteo Salvini e Luigi Di Maio sembrano aver ritrovato finalmente l’accordo per procedere, in tempi brevi, alla formazione del nuovo governo giallo-verde. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha concesso ai due leader di Lega e M5S tempo fino all’inizio della prossima settimana per presentare la squadra per Palazzo Chigi, altrimenti sarà lui a riprendere in mano la palla del cosiddetto ‘governo neutrale’. Il collante che ha ridato unità al duo Salvini-Di Maio, secondo alcune indiscrezioni giornalistiche, sarebbe proprio il contrasto all’Ue dei burocrati di Bruxelles.

E si riaffaccia prepotentemente anche l’ipotesi di una staffetta tra pentastellati e leghisti sulla poltrona di premier. Intanto, Beppe Grillo si dice ottimista rispetto alla chiusura di un accordo, mentre Marco Travaglio è convinto che Salvini sia ancora “agganciato” a Silvio Berlusconi.

M5S e Lega ritrovano l’unita grazie alle critiche dell’Europa

Ieri, 15 maggio, è stato il giorno dell’offensiva dell’Unione Europea contro l’ancora ipotetico governo M5S-Lega. Diversi burocrati di Bruxelles, vertici della Commissione europea in testa, hanno comunicato le loro condizioni che il prossimo inquilino di Palazzo Chigi dovrà giocoforza rispettare: austerity su conti pubblici e deficit, che dovranno essere ridotti e, soprattutto, mantenimento delle politiche di accoglienza dei migranti che tanto comodo hanno fatto agli altri membri dell’Unione.

Immediatamente Matteo Salvini aveva rispedito i consigli non richiesti al mittente, annunciando una svolta sul tema immigrazione e l’avvio dei respingimenti dei clandestini. Anche Di Maio aveva alzato la voce contro le ingerenze europee. E, infatti, come riporta oggi Il Giornale, i due leader avrebbero raggiunto un accordo sulla posizione da tenere con l’Ue perché, scrive Luca Romano, “il pentastellato sembra essersi spostato di nuovo su posizioni più radicali ed euroscettiche”.

Riaperta, secondo il quotidiano berlusconiano, anche la strada della staffetta a Palazzo Chigi, con un grillino designato come primo premier per poi essere sostituito da un leghista.

L’opinione di Grillo e Travaglio

Sul tema della trattativa di governo tra M5S e Lega si esprime anche Beppe Grillo. Il fondatore del Movimento rilancia sul suo blog un’intervista del 20 aprile scorso rilasciata alla rivista statunitense Newsweek.

Parole considerate attualissime, visto che Grillo in quell’occasione si è detto fiducioso sul buon esito dell’accordo tra Di Maio e Salvini che sarebbe solo questione di tempo. Inoltre, il guru genovese, aveva attaccato l’Ue, definendola “disfunzionale”, e aveva auspicato un “referendum consultivo” sull’Euro. Posizione vicina a quella leghista anche sull’immigrazione, i cui flussi devono essere controllati.

Meno fiducioso di Grillo sull’esito positivo della trattativa di governo è Marco Travaglio. Ospite ieri sera del talk show di La7, DiMartedì, il direttore del Fatto Quotidiano ha dato del “fanfarone che deve chiedere il permesso a papi” a Matteo Salvini perché, a suo giudizio, il leader della Lega sarebbe ancora “agganciato” a Berlusconi e non l’avrebbe ancora “appeso per i testicoli”.