L’intervista rilasciata da Matteo Renzi al Corriere della Sera ha scatenato reazioni stizzite e di sdegno. La scelta dell’ex segretario Pd di partire per un lungo tour in giro per il mondo, organizzando anche una serie di conferenze a pagamento, ha fatto inorridire il professor Massimo Cacciari, secondo il quale il politico toscano “sarebbe da sculacciare”. Altrettanto dure sono state le parole pronunciate dal direttore del quotidiano La Verità, Maurizio belpietro che, in pratica, lo accusa di infischiarsene della responsabilità di essere un senatore, peraltro lautamente pagato con i soldi degli italiani, continuando a fare denaro con conferenze in stile Obama o Clinton.
Il giudizio di Belpietro su Renzi
Il direttore de La Verità, Maurizio Belpietro, pubblica questa mattina, 5 giugno, un editoriale in cui mette nel mirino Matteo Renzi, colpevole, a suo giudizio, di aver deciso di compiere un lungo viaggio all’estero per tenere alcune conferenze a pagamento, abbandonando le sue responsabilità da senatore della Repubblica italiana, dalla quale viene comunque lautamente retribuito. ‘Non ho tempo da perdere in parlamento, ci rivediamo a ottobre per l’inaugurazione della Leopolda e per la presentazione del mio nuovo libro’, questa l’interpretazione che dà Belpietro dell’intervista rilasciata dall’ex premier al Corriere della Sera soltanto poche ore prima. Renzi viene accusato di avere un “tono strafottente”, ma il vero problema, secondo Belpietro, è capire perché abbia deciso di farsi eleggere al Senato se aveva veramente intenzione di “stare fuori dal giro per qualche mese?”.
La terza via di Renzi: ‘Lascio, ma tengo soldi e poltrona’
In pratica, Belpietro imputa a Renzi il fatto di andarsene all’estero, decidendo però di tenersi stretti “poltrona, stipendio e privilegi da parlamentare”, anche se gli italiani non lo pagano certo per vederlo farsi “una vacanza o l’anno sabbatico”. Invece di scegliere tra il fare il senatore a tempo pieno e il “mollare tutto”, ha invece optato per la “terza via”, ovvero “lascio, ma tengo i soldi e poltrona”.
Il paragone con Barack Obama, Bill Clinton o Tony Bliar, poi, non regge, perché questi ultimi tengono “conferenze lautamente pagate”, ma nella veste di “privati cittadini”, non mentre ricoprono ancora incarichi politici. Il dubbio di Belpietro è che Renzi voglia fare lavoro di “lobbing”, per questo ne chiede le immediate dimissioni dal Senato, per evitare sospetti di conflitto di interessi.
Cacciari ‘asfalta’ Renzi
Poch ore prima di Belpietro, dall’altra sponda della Politica italiana era stato il professor Massimo Cacciari a condannare senza appello la scelta renziana. “Renzi sarebbe da sculacciare - ha dichiarato l’ex sindaco di Venezia - perché questo andare in giro per il mondo a fare conferenze e non farsi più vivo è esattamente quello che tutte le persone di buon senso gli avevano consigliato dopo il referendum (del 4 dicembre 2016 ndr)”.