I ballottaggi delle amministrative di ieri segnalano che la caduta libera del Pd, continua con la perdita delle storiche città "rosse" di Pisa, Massa e Siena. La tornata elettorale di ieri, ci dà l'ennesimo segnale del momento di debolezza del Pd che fatica a riorganizzare le proprie fila, contrapposto alla crescita costante della Lega (evidentemente l'attivismo di Salvini continua a pagare) che, insieme al centrodestra, prende Terni, Sondrio, Ivrea, Viterbo e soprattutto i capoluoghi toscani un tempo rifugio sicuro e inespugnabile della sinistra, la quale per contro vince a Brindisi, Teramo, Ancona e Siracusa e il Municipio di Roma III.
Apparentemente non così male, ma non sfugge a nessuno l'importanza anche simbolica di una vittoria netta in Toscana.
Fase interlocutoria per il Movimento 5 stelle
I 5 stelle invece conquistano Avellino tra i capoluoghi ed Imola tra le altre città, segnalando una fase post elettorale non del tutto convincente rispetto all'exploit leghista: sia Salvini che Di Maio, hanno comunque espresso grande soddisfazione, con il primo che ha twittato la sua gioia, definendo storiche le vittorie in Toscana e ribadendo lo slogan "Prima gli italiani". Di Maio a sua volta ha definito su Facebook, straordinari i risultati di Imola e Avellino in quanto hanno determinato la fine di un potere decennale.
Martina alla prova dei fatti
Nel Pd ora si annunciano tempi difficili per Martina, il segretario pro tempore, il quale, ai microfoni di Radio Capital ha ammesso la netta sconfitta, con la Toscana e alcune città dell'Emilia Romagna perse in malo modo, che segnala la "forte domanda di cambiamento" che il partito deve necessariamente comprendere.
L'esito negativo, che egli definisce comunque inequivocabile, viene nelle sue considerazioni, parzialmente temperato dai segnali positivi delle vittorie di Ancona, Siracusa e Brindisi.
L'astensione molto alta segnala la sfiducia degli italiani
Un dato molto importante e forse decisivo per l'esito elettorale è l'astensione molto alta registrata ieri, con una media di votanti rispetto agli aventi diritto intorno al 47%, contro il 62% del primo turno.
La minore affluenza si è avuta nei comuni siciliani con una media votanti pari al 40%. Ciò segnala un problema di rappresentanza, in quanto evidentemente, gli elettori rimasti a casa non sono disposti, in mancanza di alternative per loro credibili a votare i 5 stelle o il centrodestra.