Lo ha annunciato l'ayatollah Ali Khamenei ieri sera al mausoleo dell’Imam Khomeini. Il capo supremo dell'Iran ha infatti ordinato di procedere con le operazioni necessarie per arricchire l'uranio, così da poter essere preparati, nel caso in cui l'accordo sul nucleare di Vienna fallisse completamente dopo l'uscita degli Stati Uniti. Secondo la più alta carica iraniana, l'Europa sta cercando di ingannare l'Iran senza farlo beneficiare di alcuni vantaggi economici che spetterebbero al suo paese e che il patto prevederebbe.
L'arricchimento dell'uranio
Lo stato iraniano da oggi incrementerà la produzione di esafluoruro di uranio, elemento chiave per l'arricchimento, e l'Organizzazione iraniana per l'energia atomica consegnerà la lettera con la decisione di decretare ufficialmente l'uscita dall'accordo di Vienna, come hanno già fatto gli Stati Uniti, che dopo l'uscita hanno imposto nuove sanzioni.
Le sanzioni
Di fatto, l'accordo di Vienna ammetteva l'Iran in quei paesi in cui era possibile commerciare, senza incorrere nelle sanzioni statunitensi. Ecco perché i leader iraniani stanno dichiarando in questi giorni che sarà impossibile rispettare il suddetto accordo, se gli europei imporranno le nuove sanzioni americane; purtroppo le cariche più alte dell'Iran sono consapevoli che tali sanzioni gli europei sono obbligati ad elargirle, in quanto vincolati dagli Stati Uniti.
Attualmente l'intesa avrebbe previsto che Teheran, a seguito di una limitazione delle sue attività nucleari, sarebbe stata premiata revocando le dure sanzioni economiche.
La storia insegna
Nei giorni scorsi Ardeshir Zahedi, l'ambasciatore iraniano a Washington, il membro più illustre della famiglia reale persiana, ha rilasciato una intervista ai giornali statunitensi affermando che saranno del tutto inutili i tentativi di ledere l'Iran.
Infatti, continuando con dichiarazioni più forti, l'ambasciatore ha voluto ricordare che l'Iran, durante la guerra contro Saddam Hussein, ha dimostrato di poter combattere e resistere a gruppi militarmente più avanzati e grandi. Tutt'altro destino sarebbe riservato, secondo l'ambasciatore, alla Repubblica Islamica iraniana, che non farà la fine del regime iracheno o di quello libico di Gheddafi. Dalle parole dell'ambasciatore risulta non esserci minimamente la volontà di sottomissione economica ai paesi occidentali, neppure quando si tratta della salvaguardia dei cittadini e dell'ambiente.