Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio, nell’ambito del previsto question time alla Camera, ha confermato che in tre settimane è stato approntato il testo della delibera sui vitalizi che a breve sarà messo ai voti per la sua approvazione nell’arco delle prossime due settimane.

In sostanza, dopo i numerosi annunci fatti da rappresentanti della maggioranza, la delibera per il taglio dei vitalizi agli ex parlamentari è approdata sul tavolo dell’Ufficio di presidenza della Camera. Nel merito, il presidente Roberto Fico ha affermato che si tratterà di un taglio che interesserà ben 1.338 assegni che oggi sono percepiti da ex deputati e che, malgrado le polemiche e le minacce di class action da parte degli interessati, la delibera verrà messa ai voti nella seconda settimana di luglio, con possibilità di presentare emendamenti entro giovedì prossimo.

La delibera e le reazioni politiche

Il ministro Di Maio si è espresso anche in merito ai paventati ricorsi definendoli “uno schiaffo alla miseria”. Nel frattempo, mentre la delibera che taglia il privilegio veniva presentata a Montecitorio, l’associazione che unisce tutti gli ex parlamentari nel corso di una conferenza stampa parlava di “vendetta politica” e di “attacco allo Stato di diritto".

Il presidente dell'Associazione, Antonello Falomi, ritiene che solamente in un regime totalitario si arriva a punire le persone in quanto hanno fatto parte della classe politica, aggiungendo che si sta agendo con un abuso di potere concretizzando una operazione che si può ben definire vergognosa.

La presidente del Senato Elisabetta Casellati, nell’auspicare soluzioni condivise, solleva qualche perplessità sulla necessità di toccare diritti acquisiti, dichiarando durante la sua visita a Washington che il taglio dei vitalizi potrebbe gravare sullo status di persone che oggi potrebbero avere anche una ragguardevole età e che potrebbero venirsi a trovare ad avere un compenso anche inferiore al reddito di cittadinanza.

La delibera sui tagli avrà come oggetto la rideterminazione dell’entità degli assegni vitalizi e delle quote relative ai trattamenti previdenziali nonché dei trattamenti di reversibilità, per tutti gli anni di mandato parlamentare svolti fino al 2011. A supporto della stessa il presidente della Camera ha dichiarato che, al fine di evitare ingiustizie ed allo scopo di tener conto di quanto realmente versato dagli ex parlamentari, si è avuta la collaborazione sia dell’Inps che dell’Istat, provvedendo al ricalcolo degli assegni con il metodo contributivo in modo puntuale e preciso.

Come già avvenuto in alcuni casi in precedenza, si provvederà attraverso una delibera e non con una legge.

Il risparmio potrà essere davvero sostanzioso se si pensa che i calcoli del governo portano a computare somme per circa 40 milioni di euro all’anno, vale a dire 200 milioni di euro per ogni legislatura.

Se il testo della delibera presentata alla Camera venisse approvato nei tempi previsti esso entrerà in vigore dal 1° novembre dell’anno in corso.