Nella tarda serata di ieri il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha condiviso sui social un articolo di La nuova Bussola Quotidiana. Il testo, che ha per titolo ''Salvini indagato, frutto di una magistratura ideologica'', riporta l'opinione del magistrato Alfredo Mantovano in merito all'inchiesta che ha travolto il leader della Lega. ''Un'intervista da leggere e rileggere'' ha commentato il vicepremier, che pare quindi aver gradito l'intervento di Mantovano e il ritratto della magistratura che ha delineato.
L'analisi di Alfredo Mantovano sul caso Diciotti
Mantovano sembra liquidare l'inchiesta nei confronti di Salvini come ''il risultato dell'ideologia di una parte della magistratura, minoritaria ma culturalmente egemone''. Analizzando le prime tre accuse rivolte al ministro (alle quali, nel frattempo, se ne sono aggiunte altre due), ovvero sequestro di persona, arresto illegale e abuso d'ufficio, il magistrato sostiene che vi siano contraddizioni e infondatezze. Il reato di sequestro, per sussistere, deve manifestarsi con ''un'arbitraria privazione della libertà di qualcuno da parte di chi non ha alcun potere per farlo'', mentre quello di arresto illegale prevede un superamento dei limiti legali e di competenza da parte di chi, però, è in possesso dei requisiti per poter arrestare.
''Tutti e due i reati non valgono insieme'' afferma quindi Mantovano, contestando anche il fatto che, se sulla nave Diciotti si fosse perpetrato un sequestro di persona, il procuratore che si è recato sull'imbarcazione avrebbe dovuto immediatamente porne fine, senza attendere altro tempo.
In merito all'abuso d'ufficio, l'intervistato risponde con ironia che ''Questo reato è come il panettone a Natale, non si nega a nessuno'', sostenendo che si tratti di un'accusa spesso contestata ma che solo in pochi casi viene confermata.
Un'altro dubbio sorge nei confronti di Luigi Patronaggio, gettando il sospetto che, facendo parte della procura di Agrigento, forse non sarebbe stato autorizzato ad aprire l'inchiesta. Al momento, infatti, la Diciotti si trovava nel porto di Catania, dunque fuori dalla sua area di competenza territoriale. Infine, Mantovano ritiene che occorra più coerenza nei confronti delle leggi che regolamentano l'immigrazione, giustificando l'iniziale divieto di sbarco imposto da Salvini come un'azione d'identificazione dei migranti.
''Bisogna stabilire se un migrante è irregolare o no. E questo lo si fa solo con uno screening prima dello sbarco. Sulla Diciotti si stava facendo proprio questo''.
'L'orientamento delle toghe' e il messaggio che passa
Il magistrato si è espresso anche sul rapporto che intercorre fra gli organi giudiziari e la Politica. L'opinione sostenuta è quella che ''la magistratura si appropri talvolta di un ruolo politico'', che vi sia la presenza di ''un orientamento ideologico delle toghe'' e che esso faccia ''sconfinare le funzioni giudiziarie in terreni che sono propri del governo e del Parlamento''. ''È l’ideologia per cui la magistratura può e deve interessarsi di questioni di rilievo politico quando sono in gioco presunti diritti - critica Mantovano- con la conseguenza di modificare l’azione del governo''.
Questo punto di vista, che Salvini ha caldamente consigliato ai suoi followers, non implica solo la citazione di una figura che ha preso le sue difese, ma trasmette anche un certo messaggio. Non sembra difficile estrapolarne la convinzione sommaria che i magistrati stiano agendo 'contro il ministro' compiendo un'intromissione ingiustificata o perché motivati dall'ideologia della fazione politica opposta. Questo riassunto, frutto di fraintendimento o veritiero che sia, è comunque largamente riscontrabile nei commenti apparsi sotto il post di Matteo Salvini. Tra i più quotati, infatti, il tema più ricorrente è quello di una Giustizia troppo politicizzata e da modificare al più presto. Qualcuno parla di ''toghe rosse'' facendo riferimento al colore della sinistra, altri suppongono che la questione sia ''un modo della sinistra per far cadere il governo'' e che ''il marcio rosso sia presente in tutti i settori''.
Altri ancora scrivono che ''la magistratura è malata e legata alla politica di sinistra'' e giudicano le indagini contro il ministro come ''una vergogna''.
D'altra parte, lo stesso Salvini, durante il comizio di Pinzolo pochi giorni fa, aveva dichiarato ''Fuori la politica dalle aule di giustizia'' e ''Se un giudice vuole far politica, non faccia il magistrato o il procuratore, ma si candidi con il PD''. Frasi che forse hanno alimentato, nei suoi sostenitori, l'idea che la magistratura non sia imparziale e distaccata dai partiti.