L'Autorità Marittima di Panama (AMP) revoca la bandiera alla nave Aquarius, che aveva recuperato in mare e salvato 58 migranti e che ora si ritrova nuovamente sotto i riflettori dello scenario internazionale dopo le polemiche del giugno scorso. Le Ong Medici Senza Frontiere e SOS Méditerranée accusano il governo italiano di aver fatto pressioni su Panama e avvisano che "questo provvedimento condanna centinaia di uomini, donne e bambini ad annegare in mare".

Il procedimento per revocare la bandiera alla Aquarius è stato avviato il 21 settembre scorso.

Panama motiva la decisione sostenendo che la nave ha disatteso i procedimenti giuridici internazionali riguardanti i migranti, aggiunge che anche l'Autorità Marittima di Gibilterra aveva già chiesto formalmente ad Aquarius di sospendere le operazioni di salvataggio in mare. Nel comunicato dell'AMP viene inoltre precisato che la decisione è stata presa anche in seguito alle proteste del governo italiano, che si lamentava dell'operato di Aquarius in quanto la nave si rifiutava di ricondurre i migranti al proprio Paese d'origine. L'accaduto inasprisce il clima già teso tra le Ong e l'esecutivo: secondo le prime, infatti, la scelta di Panama sarebbe dovuta dalla pressione Politica che si concentra su chi aiuta i migranti.

La posizione del governo italiano

"Nessuna pressione su Panama", è la risposta del Viminale. "È evidente - afferma il ministro dell'Interno e vicepremier Matteo Salvini - che nessun Paese voglia prendersi la responsabilità di essere identificato con una nave che intralcia le operazioni di soccorso in mare". Salvini aggiunge poi che denuncerà per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina "chi aiuta gli scafisti", annunciando così un nuovo scontro con le Ong.

L'evento alimenta inoltre un nuovo dibattito riguardo al decreto sicurezza, che il ministro dell'Interno ha presentato oggi al Consiglio dei Ministri. "A me sembra strano che si parli di immigrati all'interno del decreto sicurezza", dichiara in un'intervista rilasciata a "Stanze Vaticane" su Tgcom24 Mons. Nunzio Galantino, Segretario Generale della Cei.

La scelta del ministro dell'Interno di includere il tema dell'immigrazione nel decreto sicurezza non ha mancato infatti di generare critiche. Nella bozza presentata al consiglio dei Ministri, poi approvata all'unanimità, vengono proposte alcune misure, quali la revoca del permesso di rifugiato a chi viene condannato in primo grado per reati gravi (come lo spaccio di droga), oppure la revoca della cittadinanza per gli stranieri considerati "una minaccia per la sicurezza nazionale".