Il cosiddetto "Decreto Salvini" sta per raggiungere la fase finale prima della definitiva ratifica. Nell'occhio del ciclone finisce la protezione umanitaria, il requisito principale grazie al quale molti immigrati fanno ingresso in Italia pur senza provenire da paesi che sono effettivamente in guerra. Tuttavia, non si tratta di un semplice escamotage creato dalle associazioni o dai migranti stessi ma di un diritto riconosciuto a livello internazionale. Va detto però che pochissimi paesi dell'area UE individuano la medesima dicitura. Il respingimento verso paesi all'interno dei quali gli immigrati potrebbero subire violenze o persecuzioni resterebbe.
Diventerebbe una condizione regolamentata rigorosamente che dovrebbe essere motivata da calamità naturali, da motivi di salute o da particolari condizioni di merito civile. L'ala pentastellata facente capo al Presidente della Camera Roberto Fico non ci sta ed emergono i primi malumori per questo giro di vite leghista.
Sicurezza o reddito di cittadinanza?
I due principali attori del Governo, ovvero Lega e M5S, come si suol dire stanno tirando l'acqua al proprio mulino, cercando di spostare l'asticella delle aspettative sulle argomentazioni di maggior successo elettorale per i rispettivi schieramenti. Nel mirino del M5S era recentemente finito il Ministro dell'Economia Giovanni Tria, anche alla luce dell'audio rubato al responsabile della comunicazione grillina, l'ex concorrente del Grande Fratello Rocco Casalino.
Su Tria c'è stato un pressing che sta continuando senza sosta poiché il reddito di cittadinanza è un cavallo di battaglia a cui Di Maio e soci non vogliono assolutamente rinunciare, onde evitare il rischio di tradire il proprio elettorato. Gli osservatori e i giornalisti più maliziosi parlerebbero di una sorta di ripicca contro Salvini, cercando di ostacolare il tanto caro Decreto Sicurezza già ribattezzato da tutti "Decreto Salvini".
In realtà il DL avrebbe già ottenuto all'unanimità il via libera da parte del Consiglio dei Ministri e sembra proprio che gli ostacoli possano essere agilmente superati.
Il nodo degli Sprar nel decreto Salvini
Sprar è l'acronimo che viene utilizzato per indicare il Sistema di Protezione per i richiedenti asilo e per i rifugiati.
Questo sistema è stato adottato da molti Comuni proprio per migliorare l'accoglienza e fornire più servizi rispetto alla pratica, per esempio, dei centri di accoglienza straordinaria (Cas), dove sostanzialmente agli immigrati viene fornito solo il primo supporto. Il sistema premiava anche economicamente le amministrazioni comunali che si facevano carico di aderire a questi progetti. Tuttavia Salvini, sebbene nel testo allegato al decreto appaia addirittura favorevole all'incentivazione degli Sprar, ha dichiarato apertamente battaglia alla protezione umanitaria e nel contempo sembra incline a ridimensionare nettamente il sistema degli Sprar. Sull'argomento è intervenuta addirittura la Cei nella persona del segretario generale, il Monsignor Nunzio Galantino.
Il segretario ha detto che non servono interventi a "ferro e fuoco" sul sistema d'accoglienza e che gli Sprar sono preziosissimi. Infine ha ricordato che bisogna guardare alla persona anziché a capitalizzare facili consensi.