La nave Aquarius riprende il largo con direzione Mar Mediterraneo centrale per tornare a svolgere compiti di salvataggio dei migranti alla deriva nelle acque che separano l’Africa dal continente europeo. A poco più di un mese dallo stop delle missioni “umanitarie” davanti alle coste della Libia, l’equipaggio internazionale delle Ong Medici Senza Frontiere Sos Mediterranee ha ripreso a battere la rotta nordafricana confermando in toto le già collaudate regole d’ingaggio ma con una bandiera diversa: quella panamense, frutto di un’operazione di “restyling” organizzativo.
Non appena è giunta alle agenzie di stampa, la notizia della ripresa delle attività del “gigante del mare” specializzato nel recupero di naufraghi ha mandato su tutte le furie Matteo Salvini, che solo pochi giorni fa aveva espresso soddisfazione per la “resa” delle organizzazioni non governative rispetto al governo italiano.
Nave Ong Aquarius di nuovo a largo dell'Italia, Salvini furioso
Per il ministro dell’Interno e vicepremier leghista, alla Aquarius sarà impedito di scegliere la destinazione e quindi la nave (che non batte più bandiera di Gibilterra ma di Panama), ieri segnalata in viaggio a sud della Sardegna verso la zona dei soccorsi nel Canale di Sicilia, in ogni caso “non sbarcherà in Italia”.
Al numero due dell’esecutivo gialloverde ha fatto subito eco Oltralpe Marine Le Pen, il cui impegno consisterà d’ora in poi nel “non far avvicinare alla Francia” le Ong accusate da alcune forze politiche europee di “traghettare persone e poi scappare” come un vero e proprio “taxi del mare” finanziato generosamente con donazioni milionarie da facoltosi filantropi.
I trascorsi dell'Aquarius
L’imbarcazione gestita dal personale di Medici Senza Frontiere e Sos Mediterranee è stata protagonista lo scorso giugno di un lungo braccio di ferro con l’esecutivo Lega-M5S presieduto da Giuseppe Conte e in particolare con il Viminale, che aveva negato per giorni il punto d’approdo a 629 migranti recuperati in diverse missioni di “search and rescue” in mare aperto: impasse sbloccata in seguito all’intervento della Spagna, disposta ad accogliere nel porto di Valencia tutti i naufraghi salvati dai volontari della Aquarius.
Insomma, l’estate degli sbarchi sembrava finita ma il problema (politico oltre che umanitario) del “traffico di esseri umani” dall’Africa e della gestione del fenomeno migratorio è destinato a non risolversi in tempi brevi.