Si è assistito ad una svolta in Svezia, Paese considerato come modello per i sistemi di welfare e di competitività, che ha visto aumentare il consenso verso i sovranisti locali e le ideologie anti-immigrazione. Secondo i dati diffusi dopo la chiusura dei seggi, il partito di ultra-destra contro le politiche migratorie Sverige Demokraterna, guidato dal giovane Jimmie Akesson, si attesta intorno al 18%.

Elezioni in Svezia: risultati

Evidente è la sconfitta del governo in carica, guidato dal leader socialdemocratico Stefan Löfvén e composto da socialdemocratici e verdi.

La coalizione di centrodestra, composta da quattro partiti denominati nel Paese scandinavo "borghesi" (ossia moderati, centristi, democristiani e liberali) si attesta intorno al 39,6%, appena pochi decimi percentuali in più rispetto alla coalizione di centrosinistra uscente, che si attesta intorno al 39,4%.

Ottimo risultato dei piccoli partiti, specialmente degli ex comunisti (la sinistra), che dal 5,7% sono passati all'8%.

Il risultato del partito xenofobo rende difficile governare alle due principali coalizioni, che dovranno tener conto necessariamente delle proposte di tale partito soprattutto in merito ai respingimenti in massa, alla chiusura delle frontiere e alla possibilità di far esprimere il popolo nordeuropeo mediante un referendum per un'eventuale uscita dall'Unione europea (la cosiddetta «Swexit»).

L'atmosfera durante i giorno delle votazioni era ben evidente, facendo presagire una certa tensione. I neonazisti erano presenti presso diversi seggi, l'ufficio stampa del partito di estrema destra si è dimostrato maleducato con i giornalisti, etichettati addirittura come "intrusi ubriachi".

Elezioni in Svezia: le ragioni di un simile risultato

La Svezia è giunta alla crisi economica, nonostante un ottimo sistema di welfare state e la competitività, persino da far invidia al colosso tedesco. Da quando la cancelliera tedesca, Angela Merkel, senza richiedere un parere agli altri governi europei nelle sedi opportune, aveva annunciato tre anni fa una politica migratoria di porte aperte e molti profughi non arrivarono in Germania, bensì vennero dirottati nei Paesi scandinavi, in Italia ed in Grecia e facendo della Svezia il Paese con il maggior numero di profughi arrivati dal governo di Berlino.

Elezioni in Svezia: le reazioni italiane

Il risultato delle elezioni svedesi è stato commentato positivamente dal leader del Carroccio Salvini, secondo il quale il Paese scandinavo, modello del multiculturalismo e patria della sinistra, dopo anni di immigrazione clandestina incontrollata ha deciso di dare una svolta alla propria condizione.

Reazione completamente opposta da parte del deputato del Partito Democratico, nonché ex premier, Paolo Gentiloni, secondo il quale lancia una provocazione. Il trionfo populista, infatti, potrebbe nemmeno verificarsi: un binomio tra welfare e immigrazione clandestina che gli svedesi saranno chiamati a risolvere da oggi.