Prove tecniche di "insurrezione" nella base di "Liberi e Uguali", il cartello elettorale che alle ultime elezioni politiche, guidato da Pietro Grasso, con il suo 3,4% dei voti ha contribuito l'elezione in Parlamento di 14 deputati e 4 senatori, e che dovrebbe diventare a breve un partito politico a tutti gli effetti. Ma il processo costituente non pare voler decollare e diversi militanti di base hanno deciso di scrivere una lettera ai propri vertici nazionali al fine di sbloccare questa empasse.

Secondo la tabella di marcia per la nascita di LeU come partito, indicata ormai a maggio scorso, fino al 30 settembre ci dovrebbe essere tempo per l'adesione individuale al percorso, entro il 10 ottobre ci dovrebbe essere la votazione sul 'Manifesto delle idee' e poi l'avvio del periodo congressuale, che dovrebbe portare entro il 15 dicembre al congresso fondativo nazionale.

Ma nella sostanza il processo non è ancora decollato e anche l'ultima riunione del Comitato Promotore nazionale non ha sciolto molti dei nodi sul tappeto. Il fatto che la pagina Facebook ufficiale di Liberi e Uguali (seguita da circa 55.000 persone) non venga aggiornata ormai da metà luglio è inoltre un segnale poco incoraggiante per molti dei militanti e simpatizzanti.

Nella base di LeU invitano ad accelerare verso la nascita del partito: 'Nessuno ponga veti e pretesti, serve onestà'

E' per questo motivo che il Comitato Promotore di LeU di Milano ha diffuso in questi giorni una lettera in cui fra le altre cose si afferma: "Ad oggi nessuno dei processi necessari a costruire il nucleo del “partito” si è innescato e, anzi, trapelano notizie di dissidi a livello nazionale, dibattiti dai quali i militanti sono tenuti a rigorosa distanza; possiamo solo immaginare che il tema caldo siano le elezioni europee, ma, pur rappresentando un nodo politico centrale, risultano incomprensibili i termini del confronto.

Tutto ciò è inaccettabile. (...) tanti proprio per mancanza di ambiti di discussione reale hanno abbandonato LeU o i suoi soggetti aderenti". Proseguendo: "Chi, pur restando in LeU, non crede al processo costituente ed anzi persegue strategie alternative, ha tutta la legittimità di pensarlo. Sta prospettando però una cosa diversa da quella che ci siamo impegnati a realizzare, e per questo ha il dovere di essere chiaro e, soprattutto, non ha il diritto di bloccare il progetto, assumendosi così la responsabilità Politica del fallimento di LeU e dell’allontanamento di migliaia di persone.

Nessuno ha il diritto di porre veti oppure proponendo condizioni pretestuose, come quella di dover scegliere oggi che lista presentare alle prossime elezioni europee. Scelta che spetta al nuovo soggetto discutere e decidere. Pietro Grasso ha posto questo problema nell'ultima riunione del Comitato Promotore Nazionale e siamo d'accordo e solidali con lui".

Prima di aggiungere: "Proponiamo ai comitati promotori locali che, senza attendere permessi e accordi nazionali, diano inizio al tesseramento, definiscano nei loro ambiti delle strutture di lavoro e coordinamento facendo confluire in esse non solo quelle dei due soggetti principali, ma forze ed energie nuove". Chiedendo "chiarezza e soprattutto onestà tra compagni" e se la volontà politica di andare fino in fondo "non c'è, o non c'è più, nulla di male, ma lasci a chi ne è convinto possibilità di lavoro e agibilità politica". Al termine della missiva c'è la richiesta di un confronto fra i comitati locali e quello nazionale.

Sinistra Italiana e Articolo Uno-MDP davanti a un bivio

Tale lettera è di fatto una dura presa di posizione verso i due soggetti politici esistenti che dovrebbero di fatto sciogliersi per dare vita a Liberi e Uguali come partito, ovvero Sinistra Italiana di Nicola Fratoianni e Articolo Uno - MDP guidata da Roberto Speranza (soggetto che in questi giorni, dal 20 al 23 settembre tiene la propria festa nazionale a Roma).

Ma entrambi in queste settimane sembrano però guardare altrove. Da un lato Sinistra Italiana pare infatti interessata a un progetto più largo della sinistra radicale, che potrebbe portare alla candidatura di Luigi De Magistris alle elezioni Europee. Sull'altro fronte, invece, in molti dentro ad Articolo Uno-MDP paiono interessati a guardare alle evoluzioni nel PD, auspicando la creazione di una lista progressista larga e unitaria in vista delle elezioni europee. Le due forze politiche sembrano insomma davanti a un bivio: unirsi e dare vita a un vero e proprio partito politico, o in alternativa restare nella situazione attuale in cui ognuno mantiene la propria autonomia rispetto ai "compagni" di banco in Parlamento.

Dopo che questa lettera è stata diffusa dal comitato promotore di LeU di Milano, nelle ultime ore anche altre realtà lombarde (Lodi, Bergamo, Como, Monza, Varese e Brescia) hanno aderito alla richieste in essa contenute. Mentre a Modena l'Assemblea provinciale di Articolo Uno ha chiesto un'accelerazione verso LeU e parla di "sconcerto e delusione" per il ritardo accumulato verso la nascita del partito. Simili richieste e inviti a "fare presto" stanno arrivando anche da alcuni militanti di Pisa, di Napoli, di Roma e di altre realtà italiane. Un malumore che potrebbe crescere nei prossimi giorni, se non ci saranno sviluppi provenienti dai vertici nazionali. Insomma una piccola "insurrezione interna" a LeU, soprattutto fra coloro che avevano creduto nel progetto unitario nato a dicembre 2017 e che oggi si trovano spaesati.