La delibera firmata dall’Ufficio di presidenza della Camera dei Deputati che taglia i vitalizi per gli ex parlamentari risale al luglio scorso. Il presidente di Montecitorio in quota M5S, Roberto Fico, ha deciso di metterci subito la faccia. Ora si attende lo stesso comportamento da parte della collega, presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, la quale, come sostiene il capogruppo dei senatori pentastellati Stefano Patanuelli, gli avrebbe confermato che intende far approvare la delibera al più presto anche a Palazzo Madama, in modo tale da farla entrare in vigore entro il 1 gennaio prossimo.
Ricorsi e querele da parte degli ex parlamentari
Quello che rappresenta uno dei cavalli di battaglia elettorali del M5S non è stato naturalmente accolto con lo stesso entusiasmo dagli ex parlamentari destinatari della sforbiciata ai lauti assegni percepiti. Circa 700 ex onorevoli avrebbero al momento presentato ricorso contro il provvedimento. Ma non solo, perché alcuni esponenti dell’Associazione degli ex parlamentari hanno anche annunciato di voler presentare querela contro le affermazioni del vicepremier Luigi Di Maio, secondo il quale va tagliato senza indugio il vitalizio a questi “nababbi mantenuti dallo Stato”. Tra i nomi più noti di coloro che hanno deciso di prendere una posizione totalmente impopolare in difesa dei (loro) vitalizi ci sono quelli degli ex onorevoli Maurizio Ronconi e Antonello Falomi, ai quali non va proprio giù l’idea di non intascare più quei soldi che i pentastellati considerano praticamente un furto contro la collettività.
Le dichiarazioni di Di Maio e Fico
La rabbia degli ex parlamentari, covata da mesi, è esplosa ieri, 8 settembre, dopo la pubblicazione di un post sulla sua pagina Facebook da parte del ministro del Lavoro. “700 ex deputati hanno fatto ricorso per riavere i vitalizi che noi abbiamo abolito e continuare a essere mantenuti a vita dallo Stato come fossero dei nababbi”, ha attaccato a testa bassa Di Maio che accusa gli ex di pretendere migliaia di euro di vitalizio, nonostante abbiano versato nelle casse dello stato somme molto inferiori.
Il leader pentastellato li bolla come “dis-onorevoli” e si chiede polemicamente se queste persone abbiano un’idea di cosa sia la giustizia sociale. La promessa, che risulta anche un pressing politico nei confronti della Casellati, è che a breve anche il Senato adotterà la stessa delibera firmata da Fico perché “non c'è più tempo da perdere per eliminare i privilegi”, conclude un Di Maio che dimostra di non temere assolutamente la pioggia di ricorsi già partita.
Parole nette a cui fanno seguito le dichiarazioni di Roberto Fico arrivate dal Canada, dove si trova per una visita istituzionale. “I ricorsi sapevo che sarebbero arrivati - dichiara la Terza carica dello Stato - farli è un diritto ma resto ovviamente convinto della delibera approvata perché è un provvedimento che ricuce una ferita”.