Pd contro Movimento Cinque Stelle e viceversa. Uno scontro che si rinnova ogni qualvolta si presenta occasione. Teatro di un botta e risposta piuttosto ruvido sono stati gli studi di La 7 mentre andava in onda la trasmissione Tagadà. Protagonisti, invece, si sono rivelati il vice presidente della commissione Attività Produttive alla Camera, Luca Carabetta, del Movimento Cinque Stelle, e l'ex ministro del Pd, Andrea Orlando. L'occasione è stata proficua per rinnovare lo scetticismo "dem" nei confronti delle politiche economiche che intendono mettere in atto gli esponenti del Governo Lega-M5S e, allo stesso tempo, il dissenso pentastellato nei confronti di ciò che è stato attuato dai governi di centro-sinistra nel recente passato, con particolare riferimento alla misura "renziana" del Jobs Act.

Orlando parla del momento del Pd

Orlando, in riferimento a quello che potrà essere il futuro del Partito Democratico, ritiene che la sua eventuale preferenza andrà a Zingaretti, nonostante sulla scena adesso sia arrivato anche Richetti. Il Governatore del Lazio rappresenterebbe, secondo l'ex Ministro, un punto di rottura e un candidato ideale per la leadership di un partito che ha necessità di ripartire dopo i recenti tonfi elettorali. A non convincere Orlando c'è, invece, decisamente quella che è la nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza voluta dal Governo Conte. La scelta di innalzare il debito, secondo Orlando, non sarebbe il primo dei problemi, sebbene attualmente il deficit del Paese sia molto alto.

Il cuore del problema risiederebbe nel fatto che occorrerebbe individuare e tracciare una strategia che servirebbe, attraverso l'indebitamento, a "generare crescita". "Se fai deficit - afferma Orlando - non per fare investimenti che producano crescita, ma per trasferimenti, chi ti deve dare i soldi è più sospettoso”.

Carabetta replica ricordando la spesa per il Jobs Act

Carabetta replica manifestando le sue perplessità rispetto ad un pulpito che sarebbe quello di un sostenitore e membro di un Governo che sarebbe responsabile di circa 200 miliardi di debiti. Nel pensiero pentastellato si tratterebbe di una cifra che non avrebbe generato alcun tipo di vantaggio all'economia italiana, con particolare riferimento a provvedimenti come il Jobs Act, il cui risultato per l'esponente grillino sarebbe stato "aumentare il precariato" Carabetta, inoltre, sottolinea che oggi ci sono cinque milioni e mezzo di italiani che avrebbero difficoltà arrivare alla fine del mese. L'esponente pentastellato, infine, ha evidenziato che il modo di pensare di questo governo è totalmente diverso da quelli che l'hanno preceduto.