La giornata di ieri ha visto una doppia, nettissima, bocciatura per il Def presentato dal governo giallo-verde. Prima Bankitalia ne ha fatto notare gli effetti modesti sulla crescita e la pericolosità, legata soprattutto alla volontà di superare le riforme pensionistiche degli ultimi vent'anni (il riferimento è, ovviamente, soprattutto alla legge Fornero), riforme dalle quali non si dovrebbe tornare indietro, dato che hanno migliorato la sostenibilità del sistema pensionistico e l'equità intergenerazionale. Poi, è stato l'Upb (Ufficio parlamentare di bilancio) a rifiutare la validazione al Def, ritenendo troppo ottimistiche e dunque errate le stime sul Pil (Prodotto interno lordo): le cifre indicate nella Nota di aggiornamento al Def sono state definite irrealistiche sia per quanto riguarda il Pil reale (1,5%) che quello nominale (3,1%).

Savona possibilista, Di Maio furioso

Mentre il ministro per gli Affari Europei, Paolo Savona, pur difendendo su tutta la linea la manovra del governo, si è mostrato possibilista su una eventuale correzione, dichiarando a Porta a Porta che essa si renderebbe necessaria se lo spread sfondasse quota 400 punti, il vicepremier Di Maio e il M5S sono invece assolutamente convinti di tirare dritto. Non solo: vanno all'attacco a testa bassa e i loro bersagli sono i soliti: tecnocrati e presunti funzionari renziani. La dichiarazione più sconvolgente la fa proprio il vicepremier pentastellato in persona, che in un tweet suggerisce a Bankitalia, qualora non voglia modifiche alla legge Fornero, di candidarsi alle elezioni.

Con un post su Facebook, invece, è genericamente il Movimento 5 Stelle a prendersela con l'Upb, ricordando che il presidente Giuseppe Pisauro e i due consiglieri Chiara Goretti e Alberto Zanardi furono nominati nel 2014 da Grasso e Boldrini, dunque quell'organismo risponderebbe ancora all'ex maggioranza.

Salvini non crede nello spread a 400

Assolutamente deciso ad andare avanti senza alcuna modifica è anche Matteo Salvini, l'altro vicepremier. Salvini si dice convinto che quella dello spread a 400 sia un'ipotesi semplicemente destinata a non realizzarsi: 'Non accadrà' dichiara. Secondo lui, inoltre, è 'curioso' che Bankitalia, Corte dei Conti e Commissione indichino come auspicabili proprio quelle strade che in passato 'hanno portato al disastro', mentre lui si attende che, andando avanti con la manovra giallo-verde, la crescita sarà anche maggiore dell'1,5% e potrebbe superare il 2%.