Questo weekend del 20 e 21 ottobre è stato particolarmente denso di iniziative politiche a livello nazionale. Se a Firenze si è svolta la nona edizione della "Leopolda" di Matteo Renzi e al Circo Massimo a Roma si sono riuniti gli attivisti del Movimento 5 Stelle, nelle stesse ore sempre nella Capitale si è svolta una "due giorni" di Potere al Popolo.
E' stato un weekend particolarmente intenso per le migliaia di attivisti di Potere al Popolo, che si sono riuniti a partire dalla mattina di ieri, sabato 20, presso il centro sociale Intifada a Roma con cinque "tavoli di lavoro" tematici riguardanti varie tematiche politiche.
Nel pomeriggio poi i militanti di PaP hanno partecipato alla manifestazione nazionale a favore delle nazionalizzazioni che ha attraversato il centro della Capitale, da piazza della Repubblica fino a piazza San Giovanni. Infine questa domenica mattina si è svolta l'assemblea nazionale di PaP presso il Teatro Italia, lo stesso luogo nel quale meno di un anno fa avvenne la nascita ufficiale della lista elettorale che poi avrebbe ottenuto l'1,1% alle elezioni politiche di marzo.
Potere al Popolo in assemblea nazionale a Roma
Nonostante le polemiche che molto avevano fatto discutere nelle scorse settimane al momento della votazione del nuovo statuto, gli attivisti di Potere al Popolo provenienti da tutta Italia hanno riempito la platea del Teatro Italia a Roma, con molti militanti che hanno dovuto assistere in piedi ai lavori.
Complessivamente hanno preso parte all'assemblea oltre 500 persone, con decine di interventi che si sono susseguiti sul palco da parte degli attivisti territoriali e sociali del movimento, ma anche con saluti provenienti da delegazioni estere.
Viola Carofalo, portavoce del movimento, nel suo intervento ha detto: "Il nostro compito è quello di raccogliere tutte le istanze di chi è deluso dalla Politica, di chi magari ha votato per cacciare qualcuno e non per far salire qualcun altro, o magari ha votato con la speranza di avere un reddito e invece si è ritrovato gli sgravi per le aziende e la pace fiscale.
Noi abbiamo il dovere di raccogliere questa rabbia e delusione per indirizzarle verso un senso progressivo, così come tanti altri in Europa stanno facendo. Il fallimento prossimo e annunciato dei sovranisti e delle destre, non deve portare al ritorno di chi finora ci ha affamato e sfruttato: non vogliamo il ritorno della dittatura dell'Europa e dei mercati che sarebbe un ulteriore tragedia e macelleria sociale.
La risposta a tutto questo non ce l'ho, va trovata tutti assieme: so solo che non voglio ripetere gli errori del passato di rinchiudersi in una dimensione locale della lotta sociale che non incide veramente. Il rischio è che si pensi che chi ci governa oggi fosse l'unica alternativa e che il loro fallimento possa far ritenere che nessuna alternativa è possibile: non possiamo permettere che la parola "alternativa" venga bandita dal vocabolario politico: noi dobbiamo invece creare una vera alternativa rispetto a Salvini e rispetto a Renzi o a chi guiderà il Pd, dobbiamo aprire lo spazio per qualcosa di radicalmente diverso".
Osservando la platea del teatro Italia è balzata agli occhi l'assenza del gruppo dirigente di Rifondazione Comunista.
Una defezione prevedibile da parte del partito di Maurizio Acerbo, in polemica da qualche settimana con il corso politico intrapreso da PaP. Era presente la sola Eleonora Forenza, europarlamentare de L'Altra Europa con Tsipras e del PRC, la quale però non ha preso la parola in plenaria.
Intanto il percorso di Potere al Popolo va avanti come previsto: a metà novembre, probabilmente fra il 10 e il 13, aprirà la votazione sulla propria piattaforma per eleggere il nuovo coordinamento nazionale, mentre in seguito saranno scelti i due portavoce, un uomo e una donna. Secondo "voci di corridoio" che circolano le figure prescelte dovrebbero essere Viola Carofalo e Giorgio Cremaschi.