Un video, condiviso sui social dal Ministro dell'Interno, ha scatenato dure reazioni. Matteo Salvini ha pubblicato una breve intervista a Pietro Zucco al fine colpire il sindaco di Riace Mimmo Lucano e screditare il suo modello d'accoglienza. Quello di cui non ha tenuto conto però è che Zucco si è scoperto essere un ex-affiliato della 'ndrangheta.
Boldrini: 'Lo esorto a dimettersi'
In poche ore la notizia ha fatto il giro dei giornali, scatenando delle forti reazioni da parte di alcuni esponenti politici. Laura Boldrini, ex Presidente della Camera e ora deputata di Liberi e Uguali, ha commentato la vicenda negli studi televisivi di Tagadà su La7.
''Il ministro Salvini - ha affermato - per offendere il sindaco Lucano si è servito delle parole di un signore che, secondo i giornali usciti oggi, è un prestanome della 'ndrangheta, una persona condannata per gravissimi reati di criminalità organizzata''. Per questo motivo la Boldrini ha aggiunto: ''Può un Ministro dell'Interno usare, con tanto di video montato da lui, un pregiudicato condannato in via definitiva? Chiamando in causa anche il capo dello Stato e l'Associazione Nazionale Magistrati? Siamo arrivati a questo punto? Io penso che, in qualsiasi Paese civile, si sarebbe già dimesso, avrebbe già tolto il disturbo''. Infine, dal momento che ''non pare l'abbia ancora fatto'', Laura Boldrini lo ha esortato a farlo perché quanto avvenuto "è veramente insopportabile in un Paese democratico''.
Le reazioni di LeU e Pd
L'ex Presidente della Camera non è stata l'unica ad aver criticato il ministro. Da Liberi e Uguali sono intervenuti anche Pietro Grasso e Nicola Fratoianni. Il primo, su Twitter, ha scritto: ''Possibile che nonostante l'esercito del selfie assunto al Viminale (che costa 1.000 euro al giorno), lo staff di Matteo Salvini non si sia accorto di aver pubblicato un'intervista ad un personaggio vicino alla 'ndrangheta, già condannato?''.
Mentre Fratoianni ha scritto che ''in un Paese normale, un Ministro dell'Interno che fa una cosa del genere dopo cinque minuti toglie il disturbo'', e ha chiesto al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al Vicepremier Luigi Di Maio se ''non hanno nulla da dire in proposito''. Nel Partito Democratico invece hanno detto la loro, sempre su Twitter, Maurizio Martina e Anna Ascani.
''Il Ministro dell’Interno - ha scritto il segretario del Pd - posta l’intervista di un prestanome della 'ndrangheta a sostegno delle sue tesi. Vergogna. Se ha il senso del ruolo che ricopre la tolga e si scusi''. La deputata dem ha invece chiamato in causa il Movimento Cinquestelle: ''Luigi Di Maio non ha niente da dire sul suo compare? L’Italia può avere un Ministro dell’interno che per attaccare un avversario utilizza l’autorevole opinione di un uomo ritenuto prestanome della ‘ndrangheta?''. La Ascani ha poi posto una domanda diretta al leader pentastellato: ''Gliele chiedi tu le dimissioni?''.