Nella giornata di oggi, giovedì 4 ottobre, Matteo Richetti ha annunciato pubblicamente la propria candidatura a segretario nazionale del Pd: una contesa nella quale sfiderà quindi Nicola Zingaretti e probabilmente altri candidati o candidate. In serata il senatore emiliano è intervenuto a "Otto e mezzo" su La7 spiegando i motivi principali della propria scelta.

Matteo Richetti spiega le motivazioni della sua candidatura a segretario del PD

Matteo Richetti ha esordito dicendo: "Non potevo starmene con le mani in mano mentre questo paese viene governato con grande irresponsabilità e incapacità, ma addirittura con un ministro degli Interni che dice agli italiani di farsi giustizia da soli e inietta rancore: in questo quadro non si può stare fermi ad aspettare le tattiche, gli scioglimenti e le cene.

Ho al mio fianco tanti giovani, che se il PD dimostra di fare sul serio ed è coerente fra ciò che dice e ciò che fa, possono tornare a credere in noi".

Richetti ha poi risposto all'ipotesi che possa essere un candidato 'renziano': "Io non lavoro sugli aggettivi ma sulle proposte. Sarà Renzi a decidere chi vuole sostenere, Matteo è un collega con cui parlo ogni giorno e con cui ho lavorato per anni. Per il Paese abbiamo fatto tanto, ma sul partito ci sono state delle mancanze enormi che io ho denunciato anche in passato. Non sono il candidato né di Renzi, né di nessuno: quando ci si mette in gioco lo si fa per un'idea e non per conto di qualcuno: io non lo farei per nessuno. (...) Il popolo del PD è stanco delle vecchie logiche, se vincerò i congressi non si faranno più con le vecchie modalità delle tessere, poiché le assemblee saranno aperte a tutti (...) Certamente ci saranno delle Primarie aperte, se fossero chiuse agli iscritti non parteciperei neanche: le Primarie sono l'opportunità di far partecipare il nostro popolo".

Richetti ha poi detto: "Non ci dobbiamo porre la domanda se stare con Macron o con Corbyn, ma provare a creare un campo che li tenga dentro entrambi: sul ruolo dell'Europa hanno delle posizioni conciliabili. Il mio PD prova a tenerli insieme già dalle prossime Europee. (...) Il PSE già da tempo è insufficiente perché è più in ritardo del Papa sui temi di lavoro e globalizzazione.

Serve la costruzione di un grande campo democratico che, non solo contro il sovranismo, ha una propria idea dell'Europa".

Richetti: 'Il mio PD può cambiare tutto: nome, brand e gruppo dirigente; vorrei unire tutto il centrosinistra'

Matteo Richetti ha poi concluso: "Tenterei di unire tutto il popolo della sinistra italiana e di unire tutto il centrosinistra, non butterei via la capacità di essere un grande polo attrattivo.

Sono disposto a mettere in discussione tutto: nome, brand e gruppo dirigente. Darei tutto quello che ho per unire il nostro popolo. Si può cambiare tutto, comunque non credo che il PD abbia bisogno di cambiare nome, ma di recuperare credibilità e allora tutto diventerà possibile. (...) Se un partito che era 'sui cerchioni' come la Lega qualche anno fa ha avuto quella capacità di recupero, allora anche il PD può farcela".