Vittorio Sgarbi non può certo essere iscritto nel registro dei fan del Movimento Cinque Stelle. Sin dall'alba della loro esperienza Politica il critico d'arte è stato spesso protagonista di durissime uscite nei confronti della politica dei grillini. Le sue invettive molto spesso hanno avuto come obiettivo principale Luigi Di Maio. Volendo usare un eufemismo, si può dire che Sgarbi non abbia particolare simpatia nei confronti dell'attuale vice premier e l'ultima sortita conferma la scarsa stima verso le idee politiche dell'esponente del M5S e quelle che sono state le prime azioni da ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico.

Sgarbi attacca Di Maio come ministro

Sgarbi non ha mai perso occasione per manifestare tutto il proprio dissenso verso quello che è il pensiero grillino. Le parole, peró, stavolta pesano più del solito, considerata la sua carica di deputato e quella di Di Maio come ministro, soprattutto perché arrivano in Aula.

Lo scenario istituzionale, però, non sembra arginare i toni di quella che è una vera e propria invettiva di Sgarbi nei confronti del leader del Movimento Cinque Stelle. Il primo attacco riguarda quella che è la posizione del grillino all'interno del Governo Conte. In maniera piuttosto inconsueta, infatti, riunisce in un'unica figura al timone di due ministeri importanti: quello del Lavoro e dello Sviluppo economico.

Per Sgarbi, però. "non sa che i poteri sono tre: legislativo, esecutivo e giudiziario". Concetti quantomeno basilari e che persino i più giovani conoscono sin dall'età scolare. Non è un caso, ad esempio, che il deputato inviti Di Maio a "tornare a Scuola e si trovi un lavoro vero che non ha mai avuto".

Sgarbi entra nel dettaglio riguardo a quelle che sarebbero le cose ignorate da Di Maio

Queste sono le ore in cui tiene banco la denuncia di Di Maio relativamente al fatto che stava per arrivare al Quirinale il documento relativo alla "Pace Fiscale" manipolato, al punto che si potrebbe far entrare la lente d'ingrandimento giudiziaria sulla cosa.

Una strategia per mascherare il condono secondo qualcuno, per altri invece c'è la scelta di commentare con ironia.

Sgarbi, ad esempio, sottolinea come, in teoria non sarebbe necessario rivolgersi alla Magistratura per difendere le scelte legittime del Governo. Sgarbi evidenzia, inoltre, come sempre la magistratura non possa entrare nelle scelte dell'esecutivo. È questa la premessa su cui poggia l'ennesimo attacco al Ministro: "Se vota a sua insaputa, sarà un problema psichiatrico e non politico".