Il tribunale del Riesame di Roma ha accolto in parte le istanze degli avvocati difensori di Alinno Chima e Brian Minteh, due dei quattro immigrati accusati dello stupro e dell’uccisione di Desirée Mariottini, lasciando cadere l’accusa di omicidio. Secondo i giudici del Riesame, inoltre, in quella maledetta notte di San Lorenzo, tra il 18 e il 19 ottobre, non fu consumato nemmeno uno stupro di gruppo. Per i due accusati dunque (ma presto la stessa buona sorte potrebbe toccare anche agli altri due) restano in piedi solo le accuse di violenza sessuale, commessa però da soli, e di spaccio di droga.

Probabile che venga contestato loro anche il reato di morte come conseguenza di altro reato. Smentito insomma il castello accusatorio delle procura capitolina. Il rischio è che le quattro ‘bestie’ se la possano cavare con condanne lievi. Una decisione, quella dei giudici romani, che manda su tutte le furie la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, la quale parla apertamente di “decisione scandalosa”.

La reazione di Giorgia Meloni: ‘Scioccata da una aberrazione culturale e giuridica’

Decisione scandalosa del tribunale del Riesame di Roma sulla vicenda di Desirée Mariottini, della ragazza stuprata in branco e uccisa da un gruppo di immigrati irregolari”, commenta quasi fuori di sé con un video postato sulla sua pagina Facebook giorgia meloni.

“I giudici - racconta in maniera concitata - dopo aver tolto a due delle persone accusate il capo di imputazione per omicidio, vedremo quali saranno le motivazioni, oggi dicono che non c’è l’aggravante di stupro di gruppo. Perché c’erano quattro persone che stupravano una ragazzina, ma a turno. E quindi l’aggravante dello stupro di gruppo viene meno”.

Una decisione che la porta a dire, sconsolata ma arrabbiata nera, che “sono basita. Sono scioccata da una aberrazione culturale e giuridica. E chiedo che tutte le associazioni che si occupano di combattere la violenza contro le donne si facciano sentire, perché dire che ci sono quattro uomini che ti stuprano a turno fino a ucciderti e dire che quello non è uno stupro di gruppo e non è una aggravante, ma una serie di stupri singoli è una vergogna.

E qualcuno lo deve dire. Se non ora quando?”.

L’avvocato di Alinno Chima esulta: ‘Indagini condotte in tal modo rischiano di non rendere giustizia a quella povera ragazza’

La rabbia di Giorgia Meloni sembra più che giustificata visto che, come detto, i giudici del Riesame non ritengono si sia consumato uno stupro di gruppo ma, soprattutto, dopo aver scagionato (almeno momentaneamente) due dei quattro arrestati dall’accusa di omicidio (derubricandola probabilmente a morte come conseguenza di altro reato, ovvero lo spaccio di droga), potrebbero fare lo stesso con gli altri due. Intanto, l’avvocato difensore di Alinno Chima, Pina Tenga, afferma senza vergogna di aver sempre creduto nell’innocenza (?) del suo assistito e aggiunge, sprezzante del dolore dei familiari di Desirée Mariottni, che le indagini condotte secondo lei in modo sbagliato dalla procura di Roma rischierebbero di “non rendere giustizia a quella povera ragazza”. La pensa però in maniera totalmente opposta la stessa procura, convinta di portare avanti le accuse di stupro di gruppo e di omicidio volontario.