Matteo Salvini e l'Unione Europea. Un sodalizio che non va certo avanti all'insegna della simpatia. Da un lato c'è il Ministro e leader della Lega che non si problemi a definire tecnocrati e burocrati quanti, in questo momento, sembrano voler mettere un freno all'idea italiana di innalzare il debito per favorire l'eventuale crescita. Dall'altro, invece, ci sono proprio la Commissione Europea ed i commissari che dicono di dover tutelare quelle che sono le regole ed i parametri che ciascun paese membro deve rispettare. Tuttavia, nella sua ultima uscita, uno di loro, il francese Moscovici, parlando dell'Italia e di Salvini, più che di questioni economiche, si è occupato di politica.
La storia di Moscovici non mente
Pierre Moscovici, oggi, è il Commissario europeo per gli affari economici e monetari. L'Italia ha imparato a conoscerlo, più che in altre circostanze, proprio in queste fase in cui la divergenza d'opinione tra il governo e l'Ue è sotto l'attenzione mediatica più alta. Lui, però, figlio del sociologo e psicologo di origini romeno-ebraiche Serge Moscovici, è anche e soprattutto un uomo politico. Uno che, per certi versi, appartiene ad ideali di sinistra piuttosto radicati. Basterebbe questo per sottolineare la sua netta contrapposizione a quelle che sono le idee di Matteo Salvini. Il leader della Lega non ha mai fatto mistero di essere sulla stessa lunghezza d'onda di Marine Le Pen con cui, da tempo, sogna di costruire un fronte europeo di alto livello che condivida gli stessi ideali.
Quelli che, evidentemente, non sono di Moscovici, come racconta proprio il commissario Ue nel corso di un'intervista a France Info. "Il signor Salvini - ha ammesso - non incarna ciò che amo". Lo definisce come un leader di estrema destra che, da alleato di Marine Le Pen, rasenta in maniera continuativa il nazionalismo e la xenofobia.
Un attacco piuttosto diretto nei confronti del Ministro dell'Interno, ma non nei confronti dell'Italia. "E' una grande democrazia - dice Moscovici - auspico che resti tale".
Moscovici parla ancora della manovra
Moscovici non parla di chiusura definitiva nei confronti dell'Europa per la manovra italiana. Non a caso ammette la presenza attuale di un dialogo "ininterrotto, vigoroso e continuo".
E non vede all'orizzonte sanzioni per l'Italia, dato che ha detto di rifiutare la parola "punire" e di non essere mai stato un sostenitore delle sanzioni, tenuto conto che ritiene le punizioni le peggiori vie d'uscita.