Come se queste ore non fossero già abbastanza drammatiche, ecco che alla tragedia delle vittime di maltempo ed abusivismo in Sicilia si aggiunge anche una durissima polemica Politica ed istituzionale. Sono state infatti due personalità politiche (Giuseppe Conte e Nello Musumeci), ma anche due istituzioni (la presidenza del Consiglio e la Regione Sicilia) a scontrarsi in quel di Palermo nella giornata di ieri. Mentre Conte, recatosi in Sicilia per seguire da vicino l'evoluzione di una situazione resa sempre più critica dal maltempo, si accingeva a raggiungere l'obitorio di Palermo per rendere omaggio alle 9 vittime della piena del fiume a Casteldaccia, il cerimoniale del presidente del Consiglio avrebbe impedito a Musumeci l'accesso a quegli stessi locali.
Musumeci furioso: 'In Sicilia si viene con il cappello in mano'
Il presidente siciliano, Nello Musumeci, non ha nascosto la propria rabbia per un episodio da lui definito 'vergognoso'. Nel fuoco della polemica è finito anche il Prefetto di Palermo, dalla cui voce Musumeci avrebbe appreso di non poter accedere all'obitorio per precisa disposizione del capo del cerimoniale del premier Conte. In seguito Giuseppe Conte ha telefonato al presidente siciliano per scusarsi del malinteso ed invitarlo a Roma, ma lui ha addirittura rincarato la dose, specificando che pur non volendo dubitare del premier era chiaro che il capo del cerimoniale o il prefetto (definito 'assolutamente inadeguato al ruolo') avevano mentito.
Significativa poi la conclusione del discorso: per Musumeci, qualcuno dovrà spiegare a Roma come si viene in Sicilia, cioè col cappello in mano, con tutto il dovuto rispetto per le istituzioni locali.
Per il presidente siciliano vietato parlare di sanatoria
La rabbia del governatore della Sicilia esplode poi in varie direzioni, risvegliata ed attizzata da questo grave incidente istituzionale.
Musumeci si scaglia con forza contro qualunque futura ipotesi di sanatoria, anzi afferma che parlargliene equivarrebbe a procurarsi una denuncia per crimini contro l'umanità. Segue poi la promessa di mandare un migliaio di operatori per procedere alla pulizia dell'alveo dei corsi d'acqua e alla rimozione di fango, alberi e detriti vari, nella consapevolezza però che ognuno dovrà fare la propria parte nella lotta all'abusivismo.
A tutti i sindaci siciliani verrà inviata una diffida dal consentire l'uso, anche temporaneo, di edifici troppo vicini ad alvei, fiumi, coste e nel caso edifici di questo tipo risultassero non abusivi, verranno avviati accertamenti sulle responsabilità di chi li ha regolarizzati.