Nicola Gratteri è nato in provincia di Reggio Calabria ed oggi è a capo della Procura di Catanzaro. E' rimasto nella sua Calabria per lottare contro la criminalità organizzata e, oltre che per il suo encomiabile lavoro per il quale vive sotto scorta, è noto per essere scrittore di diversi libri che lo hanno reso un personaggio di spessore mediatico. Qualche anno fa è stato ad un passo dal diventare ministro della Giustizia. A sceglierlo era stato Matteo Renzi, ma fu decisivo nella mancata nomina il parere di Giorgio Napolitano che non fu d'accordo con la scelta, dato che avrebbe portato un magistrato ad assumere un incarico politico.

Gratteri racconta la vicenda nei dettagli

A raccontare quei giorni è stato proprio lui, intervistato da Peter Gomez, a margine della fiera Più libri, più liberi nello Speciale La Confessione, in programma a Roma. Gratteri ha raccontato che, prima di entrare in contatto con Renzi, conosceva Graziano Delrio, allora sindaco di Reggio Emilia, per via di alcuni appuntamenti che annualmente aveva in Emilia Romagna per parlare del problema criminalità organizzata. "Un giorno - ha detto - tornavo da Roma e, atterrato a Reggio Calabria, ricevo una chiamata dall'ex ministro. Dovrei parlarle".

Gratteri prese un aereo che da Lamezia che lo portava a Roma. Nell'ufficio di Delrio trovò anche Renzi, la sera prima che lui andasse da Napolitano.

Quella fu l'occasione in cui i due ebbero modo di parlare di giustizia, discutendo di quelle che sarebbero state le strategie del magistrato per sconfiggere le mafie e riformare il sistema giudiziario.

"Più parlavo - ha detto - e più lui era entusiasta. In certi momenti era così eccitato da non stare più sulla sedia. Dopo tre ore di dialogo mi dice che dovevo fare il ministro della Giustizia".

Gratteri rispose tentennando di non essere allenato mediaticamente, ma di essere un decisionista. Nel racconto di Gratteri si scopre come Renzi si disse disponibilissimo ad affiancarlo nelle sue battaglie.

Il rifiuto di Napolitano

"La mattina seguente - prosegue Gratteri - avevo più di mille messaggi sul cellulare. Alle 15.45 mi chiama Delrio e mi passa Renzi.

Mi dice che sarei stato il ministro della Giustizia e che saremmo stati otto donne e otto uomini". La risposta di Gratteri fu positiva, a patto di avere carta bianca come concordato. "I miei collaboratori - rivela - facevano il tifo affinché la cosa si concretizzasse, ma vedevamo in tv che la porta da cui sarebbe dovuto uscire il nuovo presidente del Consiglio con la lista dei ministri non si apriva".

"Stanno litigando per me, dissi loro. Dopo un'ora e mezza mi chiama Delrio, 'le volevo dire che il presidente non vuole lei. Ha detto che lei è un magistrato troppo caratterizzato'". Vero motivo per il quale, secondo Gratteri, la sua nomina è stata bocciata dal presidente della Repubblica. "Da un lato - ha detto - ho tirato un sospiro di sollievo perché io amo in modo viscerale questo lavoro, però dall'altra mi sarebbe piaciuta l'idea di fare una rivoluzione e tutto che ciò che serve".